Roma, 28 mar. (askanews) – Takeda Pharmaceutical, uno dei principali gruppi farmaceutici giapponesi, ha annunciato oggi di aver incrementato il suo investimento in Italia per il quinquennio 2020-2025 di 30 milioni di euro, portandolo a 350 milioni.
“Takeda è una grande azienda globale che ha più di 50mila dipendenti nel mondo”, ha segnalato Anna Maria Bencini, general manager di Takeda Italia durante una conferenza stampa presso la nuova sede istituzionale della filiale italiana, collocata nel multietnico quartiere Esquilino di Roma. “Takeda – ha spiegato Bencini – ha assolutamente interesse a investire in paesi come l’Italia” che hanno “un sistema sanitario universalizzato” e “grandi talenti nella ricerca”.
In particolare la sede romana di Takeda – realizzata in un edificio storico dell’Esquilino con criteri di sostenibilità, materiali riciclati e alta innovazione tecnologica – vuole essere una vetrina di un’azienda che, oltre a rappresentare la 13ma casa farmaceutica mondiale con oltre 50mila dipendenti, ha una forte vocazione verso la sostenibilità. Inoltre, con lo spostamento nel centro della capitale del suo heaquarter, si pone l’obiettivo di essere vicina alle istituzioni. “Oggi – ha continuato Bencini – per noi è un momento cruciale per affermare il nostro ruolo in Italia dove vogliamo essere un modello tangibile di come la collaborazione tra settore pubblico e privato possa promuovere rapidi progressi nelle cure e migliorare la qualità della vita”.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presente alla conferenza stampa, ha sottolineato l’importanza di avere un grande player globale come Takeda ad arricchire la filiera della sanitè e farmaceutica della capitale. Quella della sede di Takeda “è un’apertura che vediamo con favore, che segnala un momento di grande fermento anche per un’area come questa”.
Il primo cittadino ha detto inoltre che la rinascita della città deve essere legata a “grandi strutture, hotel, ma a noi piace che Roma sia anche il luogo di manifatturiero avanzato” e, in questo senso, “la filiera farmaceutico-sanitaria è particolarmente rilevante”.
Takeda è fortemente impegnata in Italia con due stabilimenti – uno a Rieti (attivo da oltre 50 anni) e l’altro a Pisa – che danno lavoro a oltre 900 dipendenti e che “producono plasma-derivati, destinati alla cura di patologie rare e complesse che non consentono alternative, ha precisato Francesca Micheli, general manager di Takeda Manifacturing.
Dei 30 milioni di investimenti aggiuntivi, ha spiegato Micheli, 10 milioni saranno destinati a “digitalizzazione e automazione industriale”, con l’introduzione di “tecnologie che riducano al minimo gli errori”, con un rafforzamento delle operazioni paperless e per la minimizzazione di possibili rischi per i lavoratori, oltre che per incrementare la disponibilità di dati.
Altri 20 milioni andranno “sul fronte della sostenibilità”, ha detto ancora Micheli, segnalando che l’obiettivo di Takeda è di raggiungere la completa decarbonizzazione entro il 2035. Con questo investimento, entro il 2025 si arriverà al 40% del target.
Il rafforzamento della presenza di Takeda si colloca all’interno di relazioni particolarmente forti tra Italia e Giappone. “Tra Italia e Giappone c’è un ottimo rapporto, soprattutto per quanto riguarda le relazioni di affari”, ha spiegato l’ambasciatore nipponico Satoshi Suzuki intervenuto all’inaugurazione della sede. “Attraverso anche la presenza di Takeda, mi auguro che, in questo momento così complicato che la comunità internazionale sta vivendo, si riesca a portare giovamento non solo ai nostri due paesi, ma anche a paesi terzi che soffrono, per esempio in Africa o in Ucraina”.