Milano, 28 mar. (askanews) – Nel 2023 il mercato del lavoro è stato particolarmente dinamico, ma ha evidenziato luci e ombre: le aziende hanno dovuto, infatti, superare l’ormai cronica carenza di candidati e di professionisti qualificati, che rendono complesso il recruiting.
È aumentata invece la soddisfazione dei lavoratori, ma sono ancora tanti gli “scontenti” della loro vita lavorativa, della situazione economica e della bassa prospettiva di carriera, quindi pronti a cambiare azienda (quasi quattro su dieci); nella scelta di un nuovo lavoro, oltre allo stipendio si guarda anche alla crescita professionale, al work life balance e ai benefit. Il lavoro agile, soprattutto l’ibrido, è una realtà consolidata (anche per il 2024), tanto che molti si licenzierebbero in caso venisse eliminato.
Sull’intelligenza artificiale sono tanti i timori, ma le imprese e i lavoratori sono pronti ad accettare la sfida, soprattutto i più giovani. Per il 2024 crescono le aziende che intendono assumere e c’è l’intenzione di adeguare gli stipendi, anche se con un aumento contenuto. Le persone saranno sempre più al centro delle politiche HR.
Sono questi i risultati principali emersi dal report annuale Salary Guide 2024 – presentato oggi da HAYS Italia durante un evento dedicato- che ha l’obiettivo di monitorare i principali trend del mercato del lavoro in Italia per l’anno 2023 e le aspettative per il 2024. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.348 professionisti, prevalentemente middle e top management, e 828 aziende.
Nel 2023 circa due lavoratori su dieci hanno cambiato azienda e il tasso di occupazione, secondo l’Istat, ha raggiunto circa il 66,6%. Le imprese si sono però trovate a dover fronteggiare una serie di criticità, tra cui la generale carenza di candidati nel mercato (per il 40%), ed in particolare di professionisti qualificati (53%), con una maggiore difficoltà per i livelli intermedi.
In questi anni manager e imprenditori hanno capito l’importanza delle “persone” come fulcro dello sviluppo della propria organizzazione. Tra le priorità di investimento in ambito HR per il 2024, infatti, si evidenziano i programmi di formazione per i dipendenti (47%) e la definizione di misure per cercare di trattenere i talenti (41%), preferiti ad altri aspetti come la digitalizzazione e l’automazione dei processi.
E sul fronte occupazionale? Nonostante il 2023 sia stato un anno complesso, ben sei 6 aziende su 10 hanno dichiarato di aver aumentato il proprio organico. Un trend che prosegue anche nel 2024, con l’88% che intende assumere, soprattutto figure con contratto a tempo indeterminato (76%), ma anche lavoratori somministrati o freelance per la gestione di progetti temporanei.