Milano, 27 mar. (askanews) – Consentire a quanti hanno concluso la carriera lavorativa di donare competenze, tempo e risorse alla propria comunità; contrastare la solitudine e l’invisibilità sociale di molta parte della popolazione anziana; accelerare la digitalizzazione dei servizi a disposizione dei cittadini; sostenere l’autonomia e la domiciliarità degli anziani. Sono alcune delle proposte e degli obiettivi che diverse realtà del Terzo Settore hanno avanzato e discusso il 26 marzo a Mind-Milano Innovation District nell’ambito del Milan Longevity Summit, l’iniziativa ideata da BrainCircle Italia e che ha visto dal 14 al 27 marzo ricercatori, scienziati ed esperti di fama confrontarsi – grazie ad una fitta agenda di eventi diffusi in spazi diversi della città – sul tema “Riscrivere il Tempo. Scienza e Miti nella corsa alla Longevità” e su come rallentare l’invecchiamento, mantenendo una vita più lunga in buona salute psicofisica.
L’appuntamento con il Terzo Settore è stato promosso da Fondazione Triulza, rete di organizzazioni della società civile e dell’economia civile attiva in progetti di innovazione, insieme ad Anteas Lombardia e Auser Lombardia, due delle associazioni di promozione sociale più diffuse e importanti a livello nazionale, quotidianamente impegnate nel favorire l’invecchiamento attivo e valorizzare il ruolo delle persone anziane nella società. Attività con un impatto sociale molto importante per le persone e per le comunità se pensiamo al numero di volontari coinvolti, dei beneficiari delle attività, e misurabile anche in termini d’impatto economico. Solo le reti di Anteas e Auser a livello nazionale promuovono servizi e attività di cui beneficiano oltre 424.000 persone, coinvolgendo insieme circa 17.600 volontari che erogano gratuitamente oltre 4.573.499 ore di volontariato, con un valore economico stimato in 74.868.178 di euro (considerando l’indicatore di valore simbolico di ogni ora di volontariato della Unione Europea di 16,37 euro).
Gli incontri in Mind hanno visto l’intervento introduttivo di Elena Lucchini, assessore alle Politiche Sociali di Regione Lombardia; Massimo Minelli, presidente di Fondazione Triulza; e Viviana Kasam, presidente di Brain Circle Italia. Proposte e obiettivo sono emersi in particolare nella a cui hanno partecipato Lamberto Bertolé, assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano; Fulvia Colombini, presidente di Auser Lombardia; Gloria Bertolotti presidente di Anteas Lombardia; e Filippo Petrolati, direttore di Fondazione di Comunità Milano. tra gli strumenti individuati per raggiungere gli obiettivi indicati sono stati sottolineati la valorizzazione delle reti territoriali del Terzo Settore; l’avvio di percorsi di co-progettazione partecipata tra mondo del sociale, pubblica amministrazione e filantropia, per dar vita ad un welfare di prossimità; la sperimentazione di nuove alleanze con il mondo della ricerca e della cura per prevenire e sostenere le fragilità; la promozione del dialogo e dello scambio intergenerazionale.
Nel corso dell’incontrocon il Terzo Settore il professore Francesco Longo, direttore del Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria Cergas – dell’Università Bocconi di Milano, ha approfondito il tema “Platform welfare. Nuove logiche per innovare i servizi sociali”, mentre il ricercatore Davide Lucantoni del Centro Ricerche Economiche Sociali per l’Invecchiamento dell’IRCCS-INRCA di Ancona ha presentato l’impatto e le raccomandazioni del “Progetto di coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo”.
Mind non è stata solo la sede dell’incontro: anche sul tema della longevity, infatti, il distretto si configura come palestra territoriale di co-progettazione attraverso il Progetto Femur, illustrato da Giuseppe Banfi, vice presidente della Rete Agin, direttore scientifico dell’Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, e da Felice Romeo, consigliere di amministrazione di Fondazione Triulza. Si tratta di un progetto per prevenire e supportare le fragilità nelle persone anziane che hanno subito un intervento al femore attraverso l’attivazione dei servizi territoriali e l’assistenza domiciliare. Un modello di cooperazione tra realtà accademiche, scientifiche, sanitarie, sociali e industriali condiviso anche da Christian Lunetta dell’ICS Maugeri, e da Fabio Diana direttore di Fondazione Easycare.