Lavoro, la Cgil promuove quattro referendum. Landini: basta precarietà, per il futuro dei giovani – askanews.it

Lavoro, la Cgil promuove quattro referendum. Landini: basta precarietà, per il futuro dei giovani

“Mettiamo in campo tutti gli strumenti disponibili”
Mar 26, 2024

Roma, 26 mar. (askanews) – La Cgil promuove quattro referendum abrogativi perché “vogliamo dare un futuro ai giovani. C’è una precarietà nel lavoro che non è più accettabile, vogliamo dare dignità al lavoro”. Lo ha detto il segretario generale Maurizio Landini al Tg3 ricordando che “i giovani e le donne stanno pagando un prezzo altissimo. Pensiamo che sia necessario mettere in campo tutti gli strumenti disponibili per far sì che il lavoro non sia precario, ma dia dignità e permetta alle persone di vivere”.

Landini ha poi ricordato che “si continua a morire sul lavoro, soprattutto nel sistema degli appalti. Vogliamo che ci sia una responsabilità precisa delle imprese rispetto alle norme sulla sicurezza. Ma – ha continuato – non ci limitiamo solo a lanciare i referendum. Abbiamo deciso insieme con la Uil uno sciopero di 4 ore giovedì 11 aprile per dire basta alle morti sul lavoro e, soprattutto, che serve una riforma fiscale vera che riduca la tassazione a lavoratori dipendenti e pensionati”.

Il numero uno della Cgil ha ribadito la richiesta del sindacato di aumentare i salari e “tassare la rendite per prendere le risorse necessarie per gli investimenti. Il 20 aprile, a Roma, abbiamo organizzato una grande manifestazione che vuole mettere al centro non solo la salute e la sicurezza sul lavoro, ma anche la sanità pubblica, le assunzioni da fare e allo stesso tempo una riforma fiscale che combatta davvero l’evasione per andare a prendere i soldi dove ci sono. A partire dai profitti e dagli extra-profitti”.

Sui dati relativi alla povertà Landini ha aggiunto che “è chiaro che siamo di fronte a dati drammatici. Ci sono quasi 6 milioni di persone che vivono in povertà assoluta e abbiamo persone che pur lavorando sono povere. Abbiamo 6 milioni di persone che non arrivano, pur lavorando, a prendere 10-11mila euro lordi l’anno. Questo non è più accettabile e, quindi, per quello che ci riguarda bisogna introdurre un salario orario minimo, aumentare i salari rinnovando i contratti nazionali di lavoro per tutti. C’è bisogno di cambiare le politiche economiche e sociali, anche di scendere in piazza. Non è accettabile che il mondo del lavoro paghi le tasse anche per chi evade”.