Roma, 26 mar. (askanews) – Sì è svolta presso Sala della Regina di Palazzo Montecitorio alla Camera dei Deputati la presentazione della Relazione Annuale Auditel 2024 “70 anni di TV, 40 anni di Auditel: il ruolo dei JIC nel nuovo scenario mediale”. Una riflessione sul percorso evolutivo di Auditel, che è partita dalla scelta vincente dell’adozione immediata del modello di governance internazionale il (JIC) Joint Industry Committee. Auditel che a luglio festeggerà il suo 40° compleanno nell’anno in cui la stessa televisione ne ha compiuti 70.
“Emerge che la televisione italiana in questi settant’anni ha compiuto delle scelte, che si sono rivelate visionarie e di questo dobbiamo essere molto contenti”. Lo ha dichiarato Andrea Imperiali presidente di Auditel. “Si sono rivelate visionarie dal punto di vista dell’offerta, dei contenuti, della qualità e della quantità dell’offerta editoriale dei contenuti, che è riuscita a produrre. La misurazione degli ascolti serviva, soltanto, per dare una misura del ritorno degli investimenti pubblicitari in un mondo dove c’erano poche emittenti, oggi ci sono tante emittenti, tante piattaforme, tanti soggetti, ci sono anche i soggetti delle grandi piattaforme streaming e per cui misurare in maniera omogenea, con lo stesso sistema senza che nessuno si auto misuri non soltanto – ha concluso Imperiali – è un tema di competizione che non altera l’equilibrio del mercato, ma è anche un tema per capire esattamente i fenomeni nella nostra società e dargli una misura corretta”.
Occorrono regole comuni che disciplinino il vasto mondo dell’intelligenza artificiale attraverso una logica di trasparenza, equità e sostenibilità evitando di commettere gli stessi errori e i vuoti legislativi, che hanno caratterizzato la crescita e lo sviluppo disordinato del settore digitale senza tralasciare la salvaguardia del diritto d’autore come ha spiegato
Alberto Barachini sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria: “Io credo che quello che emerge da questo incontro sia la necessità che l’Europa e l’Italia facciano un passo in avanti costruendo un piano comune, un campo di gioco comune con regole certe, sicure e uguali per tutti, altrimenti, nessun sistema nazionale di media può vivere in un contesto disequilibrato con regole diverse. Siamo in presenza di una serie di scadenze elettorali molto delicate come le elezioni europee, le elezioni nelle Stati Uniti, ma ci sono altre sessanta, sessanta scadenze importanti in tutto il mondo, l’informazione è un bene da difendere, è un bene da difendere il prodotto dell’informazione e, quindi, il diritto d’autore di chi con fatica mettendoci la faccia con responsabilità produce un contenuto”.
Fattori che minacciano non solo il mercato dei servizi audiovisivi, ma anche la libertà, la qualità e il pluralismo dell’informazione in un paese come l’Italia che ha investito significativamente nelle infrastrutture televisive in ambito di qualità e varietà dell’offerta.