Milano, 14 mar. (askanews) – Nel corso del 2024 i lavoratori da remoto in Italia arriveranno a 3,65 milioni. Il dato è dell’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che evidenzia un cambiamento in controtendenza con la flessione post-pandemica. Già nel 2023 i nomadi digitali italiani, soggetti che potendo lavorare da remoto e che scelgono di diventare abitanti temporanei di luoghi diversi dalla propria città di origine, erano più di 800mila, di cui il 47% Millennials (tra i 30 e i 39 anni), secondo alcuni studi riportati nel Terzo Rapporto sul nomadismo digitale in Italia a cura dell’Associazione Nomadi Digitali. Tra i nuovi modi di pensare l’abitare vi sono anche camper e van scelti dal 21% degli smart worker nel mondo. A dirlo è un’indagine di bluepillow, motore di ricerca globale di alloggi. Il “camper smart worker” è definibile come una nuova tipologia di nomade digitale, maggiormente legato al dinamismo e al contatto con la natura.
Assocamp, Associazione nazionale di rivenditori e noleggiatori di veicoli per il turismo en plein air, conferma che il trend è sempre in maggiore sviluppo tanto che diversi produttori di camper, caravan e van hanno iniziato a sviluppare veicoli studiati proprio per rispondere alle esigenze dei lavoratori da remoto. Le prospettive di crescita di questa tipologia di turismo sono sempre più in linea con l’affermarsi del fenomeno della “workation” (unione delle parole “work”, lavoro, e “vacation”, vacanza), ovvero l’idea di inserire attività lavorative in un contesto di vacanza, per non privarsi della possibilità di viaggiare. Il “camper smart worker” si propone sempre di più come una categoria importante tra i lavoratori da remoto nel prossimo futuro.
Viaggiare con questi mezzi consente un nuovo approccio al tempo lavorativo e alla sua dimensione. Se esercitare la propria professione da un albergo o da una casa in affitto consente di mantenere gli equilibri di stanzialità, farlo da un camper sposa un approccio più legato alla scoperta, al dinamismo e al contatto con la natura. Tra i tanti aspetti che contraddistinguono questa modalità basti pensare che il “camper smart worker” può avvicinarsi con il “proprio ufficio” a clienti e collaboratori, organizzando un tour in cui i trasferimenti consentano l’ottimizzazione del lavoro. Il tempo dello spostamento diventa infatti utilizzabile dal punto di vista lavorativo al 100% e intervallabile con pause turistiche e gastronomiche. Lavorare significa anche parcheggiare in un’area di sosta vista mare e alternare i momenti al computer con pause in spiaggia, o spostare agilmente il proprio pc all’aperto in pochi minuti per godere della pace di un’area pic-nic per il tempo di una sosta. L’ufficio diventa così potenzialmente qualsiasi luogo e si diversifica nell’arco di una stessa giornata.