Roma, 8 mar. (askanews) – Per Novak Djokovic, assente dai campi dalla semifinale persa a Melbourne contro Jannik Sinner a gennaio, quello di Indian Wells sarà un ritorno in campo in cui alla curiosità che ne accompagnerà le prestazioni si aggiunge anche una sete di rivincita che il serbo vorrà soddisfare provando a centrare il suo sesto titolo a Tennis Paradise:
“E’strano che il regista dell’Atp abbia deciso che il mio personaggio, Novak Djokovic, non dovesse vincere gli Australian Open. Diciamo che non è sempre andata così, ma bisogna accettarlo – ha esordito Djokovic in conferenza alludendo al promo licenziato dall’Atp qualche settimana fa con i giocatori nelle vesti di attori alle prese con una grande fiction – Non ho fatto altro che dire a ogni persona che tutto lo show era fatto benissimo e credo che molte persona abbiano reagito positivamente. Io mi sono divertito tanto e penso che l’Atp abbia fatto un ottimo lavoro con il suo team Media & Content nel riuscire infine a presentarci con i nostri veri nomi”.
“L’Australia – continua il n.1 al mondo – è il luogo dove ho vinto più Slam. Per la maggior parte della mia carriera ho iniziato la stagione vincendo uno Slam ed è un qualcosa che ovviamente ti aiuta a mettere vento nelle vele per il resto della stagione. Iniziare l’anno così dà molta più fiducia e in più ti dà un gran sollievo. (Questo) Sarà il mio primo torneo dopo l’Australia. Mi sono allenato bene, sono arrivato a Los Angeles in anticipo così da farmi trovare preparato”.
Quasi due mesi di tempo hanno dato a Djokovic il tempo di raffinare una preparazione fisica che a Melbourne, complice anche un problema al polso, no era apparsa brillante: “Non ho mai sentito di aver avuto il tempo di fare una preparazione come si deve e come di norma avrei voluto fare, ma è così. In Australia non credo di aver giocato il mio miglior tennis, cosa che invece è riuscita a Jannik che in semifinale è stato di gran lunga più bravo di me. E poi dopo quel successo è riuscito a rimontare in finale e a vincere il suo primo Major. Un trionfo assolutamente meritato”.
Adesso c’é un altro titolo da inseguire, qui a Indian Wells dove Nole ha già trionfato nel 2008, 2011, 2014 e 2015: “E’una gran bella sensazione, c’é un motivo perché si chiama Tennis Paradise. Per noi giocatori, e per il pubblico è un’esperienza molto bella e questo è un torneo da chiunque ami lo sport. Ero emozionato all’idea di tornare qui, mancavo da cinque anni e il tempo corre davvero veloce”.
Tempus fugit. Lo sa Nole, e lo sa Rafa Nadal. Costretto al forfait per una condizione che non sentiva ancora adeguata per poter competere nel primo Masters1000 della stagione. Con il maiorchino fuori dai giochi e Federer ormai ritiratosi, l’unico tedoforo rimasto dell’èra dei Big3 è il solo Djokovic: “Ho trascorso molto tempo con loro due, e con Murray, la mia crescita come giocatore così come i successi che sono riuscito a ottenere dipendono molto dalle rivalità che si sono create. Sappiamo tutti che quel momento arriverà per tutti noi – ha riflettuto ancora il detentore di 24 Slam in carriera di fronte ai microfoni – Roger ha chiuso la carriera, io e Rafa stiamo ancora giocando. Quando un’èra giunge al termine è triste ma al tempo stesso ci sono tanti bei momenti, partite, traguardi da celebrare per ciascuno di noi e per noi intesi come gruppo. Sono state tra le rivalità più grandi che si siano mai viste nello sport, se non le più grandi. Vediamo fin dove riusciremo a spingerci”.
Djokovic commenta anche a Sky il momento di Sinner ed Alcaraz e guarda con attenzione ai loro progessi. “Sinner è quello probabilmente più in forma. Negli ultimi mesi sta giocando un buonissimo tennis. Sono contento per l’Italia, l’Italia è un Paese grande e importante per il nostro sport. Alcaraz? E’ molto giovane. Appartengono a una generazione che sarà protagonista nei prossimi dieci anni. In particolare loro due. Io sto spingendo, non sono giovane come loro, sono più selettivo nei tornei dove voglio giocare”.