Depressione, esperti: – 20% se si interviene sui casi di solitudine – askanews.it

Depressione, esperti: – 20% se si interviene sui casi di solitudine

Oggi a Milano l’evento congiunto Sinpf-Fondazione Onda
Mar 8, 2024
Roma, 8 mar. (askanews) – “Oggi l’aumento dei casi di malattie psichiche, soprattutto depressione, che si è visto nel post Covid si è fermato. Non accenna tuttavia ancora a diminuire, così come l’isolamento sociale e la solitudine. Questi sono anzi fondamentali fattori di alto rischio depressivo (1 caso su 5, secondo uno studio su Lancet) e di aumentata mortalità cardiovascolare (del 32% secondo una recentissima metanalisi pubblicata su JAMA), soprattutto nelle donne. La riduzione progressiva dei contatti ha provocato un aumento di stress, causato e correlato dalla percezione del pericolo, che aumenta venendo meno il fattore protettivo più importante: la solidarietà. E non a caso nel mondo, in Giappone, in Svezia, in Gran Bretagna, si sono visti istituire ministeri dedicati proprio alla solitudine”. Con queste parole di Claudio Mencacci, co-presidente della Sinfp e direttore emerito di psichiatria all’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, si è aperto oggi a Milano il convegno “Donne e salute mentale, i disturbi più comuni nell’era dell’imprevedibilità” organizzato dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia e da Fondazione Onda, con il contributo non condizionante di Viatris. Tra le iniziative per sfatare tabù e pregiudizi sulla salute mentale che, ancora oggi, non consentono di parlare liberamente di patologie come ansia, depressione e insonnia, soprattutto tra i più giovani, è anche attiva la campagna “Non Sono Solo” (nonsonosolo.it) dove si trovano contenuti informativi, educazionali e di supporto sui temi della salute mentale, fornendo alla popolazione gli strumenti di base per riconoscerne i sintomi e confrontarsi con il proprio medico o con lo specialista.

“Anche per le problematiche legate alla solitudine il ‘picco’ di casi di depressione dovuto alle condizioni causate dalla pandemia – ha spiegato ancora Mencacci – non si è abbassato e il numero di casi è rimasto costante anche nel 2023. Si parla sempre di 3 milioni di casi, e di questi 2 milioni riguardano prevalentemente le donne, adolescenti e adulte. Inoltre la depressione è spesso affiancata ad ansia, disturbi dell’alimentazione e del sonno. Anche la solitudine è ormai un chiaro fattore di rischio depressivo. Infine esiste il problema della comorbilità con malattie metaboliche e cardiovascolari”.