Roma, 6 mar. (askanews) – Una clip in anteprima di “Kina e Yuk alla scoperta del mondo”, film di Guillaume Maidatchevsky, liberamente ispirato a una storia vera e al cinema dal 7 marzo con la voce narrante di Benedetta Rossi, diventata famosa con il suo canale YouTube “Fatto in casa da Benedetta”.
Dopo “Ailo – Un’avventura tra i ghiacci” (nelle sale cinematografiche nel 2019) e “Vita da gatto” (distribuito in sala nel 2023 e successivamente in dvd/vod), Maidatchevsky è partito per girare il nuovo film d’avventura ai confini dell’America del Nord, nel Canada settentrionale e più precisamente a Dawson City (chiamata Jack City nel film). Lo Yukon offre una natura selvaggia come nessun altro luogo al mondo. Delimitato a Nord dalla calotta artica che si estende a perdita d’occhio e caratterizzato da montagne, fiumi, foreste costellate di laghi che ghiacciano in inverno e tundre alpine, rappresenta l’ultima frontiera per i cacciatori di pelli e i cercatori d’oro ed è il simbolo del richiamo della foresta.
Protagoniste del film, una coppia di volpi artiche pronte a fondare la propria famiglia, che vivono in pace sulla banchisa del Grande Nord del Canada. La temperatura è insolitamente mite e il cibo scarseggia sempre di più, costringendo Yuk ad avventurarsi ogni giorno più lontano per provvedere alle loro necessità alimentari. All’improvviso, un terribile scricchiolio accompagna la frattura della calotta artica causata dello scioglimento dei ghiacci, lasciandole isolate le volpi, ciascuna su un diverso frammento di banchisa. Kina e Yuk dovranno sfidare tanti pericoli e esplorare nuovi territori nella speranza di ritrovarsi in tempo per la nascita dei loro piccoli.
Le riprese seguono il più possibile da vicino gli animali; i protagonisti sono accompagnati da una ricca fauna di orsi polari, martore, lepri artiche, ermellini e da predatori quali la volpe rossa e i lupi artici. Le riprese del film, iniziate a fine gennaio 2023, in condizioni di freddo estremo, sono durate 15 settimane e sono terminate nel giugno dello stesso anno.
“Circa cinque anni fa mentre mi trovavo in Canada, sono rimasto colpito dall’articolo di un giornale che mostrava la foto di una piccola volpe artica arenata su un pezzo di iceberg alla deriva. Alcuni pescatori raccontavano di aver trovato e recuperato l’animale tremante. Per riscaldarla l’avevano sistemata in una cassa prima di liberarla. Leggendo quel resoconto, mi sono chiesto da dove venisse quella volpe, quale fosse il suo percorso e cosa sarebbe stato di lei. Sono partito da quel fatto di cronaca per scrivere la mia storia. Per me, quell’immagine conteneva una drammaturgia molto forte ed è esattamente questo che cerco quando faccio un film” ha raccontato il regista.