Roma, 4 mar. (askanews) – L’acqua, risorsa essenziale per la salute umana e per l’ambiente in cui viviamo è sempre più elemento imprescindibile anche nei delicati equilibri socio-economici del territorio e la sua gestione sostenibile è fondamentale per salvaguardare gli ecosistemi naturali, gli habitat, la biodiversità. Difendere e migliorare la risorsa idrica, la sua qualità intrinseca e verificare periodicamente il rispetto dei parametri fissati della normativa vigente diventa dunque un elemento-guida nell’adozione delle più corrette politiche che mirano alla salvaguardia delle nostre acque e della nostra salute.
Per queste ragioni l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – che tra le sue competenze specifiche annovera proprio il monitoraggio sulla qualità delle acque all’interno del distretto padano che comprende il Po e i suoi affluenti – ha deciso di avviare, insieme a partner di eccellenza come Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri una approfondita ricerca scientifica in grado di monitorare la presenza e le quantità dei contaminanti emergenti.
Al fine di ottenere un panel di dati esaustivo, fedele e aggiornato, finiranno sotto la lente dello staff che coordina il progetto di ricerca, ribattezzato “AQuaPo”, i punti di confluenza del Po con i principali affluenti Lambro, Adda, Ticino, Tanaro, Oglio, Mincio e Secchia oltre a prelievi nelle aree del Delta, sia in foce di sponda veneta che emiliano romagnola. I campionamenti per la stagione invernale si svolgeranno a partire dai prossimi giorni, con livelli di portata più consoni all’esercizio del campionamento.
La conferenza stampa di presentazione del kick off di “AQuaPo” si è tenuta oggi al Porto di Cremona e ha visto gli interventi, moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli, del Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po Alessandro Bratti, del Direttore Centro Nazionale per la Sicurezza delle Acque Istituto Superiore di Sanità Luca Lucentini, del direttore della Fondazione Lombardia per l’Ambiente Fabrizio Piccarolo e del Capo del Laboratorio di Indicatori Epidemiologici Ambientali, Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Mario Negri, Sara Castiglioni.
L’elaborazione dei dati che emergeranno dai campionamenti consentirà la comunicazione dei risultati del progetto di ricerca nel 2025.
“L’attenzione sempre più crescente per i contaminanti emergenti – sottolinea Alessandro Bratti , Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po – sta innescando un cambio di paradigma a livello europeo nella definizione di qualità dell’ambiente aquatico. Ed in questo contesto che l’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po ha deciso di avviare il Progetto AQuaPo, che si pone l’obiettivo di valutare per la prima volta nel distretto padano i quantitativi di 62 inquinanti emergenti e di determinati geni di resistenza microbica, per rispondere sempre più a valutazioni della salvaguardia della salute umana e dell’ambiente. Grazie ad un partenariato di eccellenza, AdBPo ha colto questa sfida non solo scientifica ma anche strategica, in prospettiva della revisione della Direttiva Quadro Acque e dell’individuazione di misure utili alla riduzione dell’emissione di questa tipologia di inquinanti a scala distrettuale”.
Per Luca Lucentini, dell’Istituto Superiore di Sanità, “proteggere la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, secondo l’approccio “One Health”, è la strategia di elezione per controllare pericoli emergenti come la resistenza agli antimicrobici (AMR). Su questa linea, che ha ispirato il Piano nazionale per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza (PNCAR 2022-2025), l’Istituto Superiore di Sanità contribuisce alla partnership del progetto nello studiare in alcuni ambienti del bacino del Po, a maggior impatto civile, agricolo e zootecnico, la prevalenza di geni che conferiscono resistenza a diverse classi di antibiotici, contribuendo alla valutazione delle dinamiche di diffusione attraverso le acque superficiali.
Fabrizio Piccarolo, della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, sottolinea: “Fornire il supporto logistico per raccogliere campioni che verranno poi analizzati dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e dall’ISS, mettendo a disposizione un’imbarcazione e il personale specializzato per i prelievi; valutare le potenziali sorgenti di emissione di microinquinanti emergenti (MIE), utili all’Autorità di Bacino per la definizione di misure di mitigazione volte a ridurre e/o eliminare gli impatti negativi generati dai MIE – misure utili a supportare sia la pianificazione distrettuale che l’attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque. Sono questi gli ambiti tecnico-scientifici nei quali Fondazione Lombardia per l’Ambiente è chiamata a partecipare nel Progetto AQuaPo. Un contributo, quello di FLA, che bene s’inserisce nella realizzazione di questo studio per l’analisi della qualità delle acque del Po”.
Infine, Sara Castiglioni, dell’Istituto Mario Negri, conclude: “L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha una lunga esperienza nello studio di inquinanti emergenti ed in particolare di farmaci come contaminanti ambientali ed ha monitorato dal 2000 ad oggi numerosi corsi d’acqua italiani. Nell’ambito del progetto AQuaPo l’Istituto si occuperà di effettuare le analisi chimiche di una vasta gamma di contaminanti emergenti che include le sostanze presenti nelle “liste di monitoraggio” suggerite come prioritarie dalla Comunità Europea quali farmaci, prodotti per la cura personale, pesticidi, dolcificanti artificiali”.