Roma, 2 mar. (askanews) – “Io federatore del campo larghissimo? Mi lusingherebbe tantissimo, ma sarebbe un millantato credito. La coalizione in Abruzzo si è formata grazie ai referenti regionali delle forze politiche e all’accordo sul programma e sulla candidatura. L’appoggio dei leader nazionali, graditissimo, è venuto dopo”. Lo afferma in un’intervista al Quotidiano Nazionale Luciano D’Amico, candidato alla presidenza della Regione Abruzzo appoggiato dal centrosinistra al completo e dal M5s.
“Io auspico – aggiunge D’Amico rispondendo ancora alla domanda se si senta in qualche modo il ‘Romano Prodi d’Abruzzo’ – che la costruzione di una coalizione di riformisti e progressisti possa essere esportata anche in altri luoghi, e a livello nazionale. Ma posso dire solo questo, per ora”.
Sul fatto che il suo programma si apra illustrando la differenza tra conservatori e progressisti D’Amico spiega che “per troppo tempo in Italia è passato il principio che non c’è distinzione tra destra e sinistra. Noi crediamo che la differenza ci sia. La sinistra, per citare Bobbio, si ispira a solidarietà, equità e giustizia sociale: i principi della nostra Costituzione. La destra ne ha altri e non siamo la stessa cosa”.
Infine, sul rischio legato al voto clientelare, presente a suo dire in regione, D’Amico si dice fiducioso sul fatto che “gli abruzzesi sapranno comprendere la rilevanza della posta in gioco e votare basandosi sui programmi e sulla capacità di risolvere i problemi”.