Roma, 1 mar. (askanews) – Urne aperte in Iran, si vota per il rinnovo del Parlamento, tra una crescente frustrazione per i problemi economici e il malcontento per le restrizioni imposte dalle autorità.
Il leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, che ha definito il voto un dovere religioso, è stato il primo a votare a Teheran: “Votate nelle prime ore”, ha esortato. Nelle immagini, anche il voto del presidente iraniano, Ebrahim Raisi.
Sono le prime elezioni dopo le proteste antigovernative del 2022-23, ma con moderati e conservatori fuori dal voto e i riformisti che hanno definito le “elezioni non libere e ingiuste”. Secondo i sondaggi ufficiali solo il 41% circa degli iraniani andrà a votare.
Il ministero degli Interni ha affermato che 15.200 candidati corrono per uno dei 290 seggi in Parlamento. Attivisti iraniani e gruppi di opposizione stanno diffondendo l’hashtag su X #VOTENoVote, sostenendo che un’elevata affluenza alle urne legittimerebbe la Repubblica islamica, mentre un’astensione rivelerebbe l’opposizione pubblica. Le elezioni parlamentari si svolgono insieme al voto per l’Assemblea degli Esperti, composta da 88 seggi, un organo influente che ha il compito di scegliere il successore dell’84enne Khamenei.