Milano, 1 mar. (askanews) – “Il caso dei terreni contaminati di Carpiano (Milano) risale al 2007, ma, ancora oggi, Regione Lombardia risponde alle nostre urgenti richieste di bonifica parlando di ‘monitoraggi’, ‘solleciti’ e ‘sopralluoghi in contraddittorio'”. Così in una nota il consigliere regionale lombardo del Movimento Cinque Stelle, Nicola Di Marco, in merito alla risposta di Regione Lombardia alla richiesta di accesso agli atti in cui domandava lo stato dell’arte nel merito delle verifiche sulla falda sottostante i terreni inquinati di Carpiano.
“In pratica un bambino nato a Carpiano quando le Istituzioni vennero a conoscenza della grave compromissione dei suoli, nei due ettari situati all’interno dell’Azienda agricola Calnago, diventerà maggiorenne prima che Arpa e Regione Lombardia siano riuscite a mettere in campo le azioni necessarie per far sì che i responsabili provvedano alla bonifica delle aree” ha aggiunto.
“Non solo, Regione Lombardia fa tranquillamente sapere che da dicembre 2021 non viene eseguita alcuna attività all’interno delle aree contaminate, aggiungendo che ad Arpa non risultano comunicazioni dell’Azienda Agricola, o del tecnico incaricato, in merito alla caratterizzazione e al monitoraggio delle acque di falda” ha proseguito l’esponente pentastellato.
“Questo vuol dire fregarsene dei territori, dell’ambiente e della salute dei cittadini, ed è quello che il centrodestra fa tutti i giorni in Consiglio regionale, mentre promuove iniziative a tutela della caccia, del dialetto o di chissà quale spiedino” ha continuato.
“Fin da quando mi sono insediato come consigliere regionale, ho portato avanti il lavoro svolto nella passata legislatura dal Movimento 5 Stelle Lombardia con Iolanda Nanni. Durante tutto questo tempo, Regione Lombardia non ha fatto altro, se non dimostrare tutta la sua immobilità, prendendo in giro i cittadini e non interessandosi minimamente alla questione. Stiamo parlando di una contaminazione che riguarda diverse sostanze che potrebbero essere pericolose sia per la salute che per l’ambiente, in concentrazioni importanti, fra cui metalli pesanti, diossine, furani, Pcb. Dopo diciassette anni, non si possono abbandonare così le incessanti richieste dei residenti” ha concluso Di Marco.