Stoccolma, 29 feb. (askanews) – La pace, la diplomazia e la risoluzione non violenta dei conflitti come faro per i politici. Ma “quando questi strumenti falliscono, c’è un grosso rischio per la popolazione, e lo stato ha diritto di difendersi. C’è dunque il diritto all’autodifesa. La Chiesa non si oppone all’adesione della Svezia nella Nato”: è quanto afferma Ludwig Gelot, segretario generale di Giustizia e Pace, la Commissione della diocesi di Stoccolma, in una intervista realizzata a Stoccolma da askanews.
“La Chiesa ha un insegnamento sulla dignità della persona umana e sulla santità della vita. E quindi – sottolinea – la Chiesa promuove molto la pace e i negoziati pacifici, la diplomazia e la risoluzione non violenta dei conflitti come nucleo di qualsiasi soluzione ai disaccordi internazionali. E quindi la pace e i negoziati sono ciò che dovrebbe guidare tutti i politici. Ora c’è anche la consapevolezza che a volte tutto questo fallisce. E quando tutto fallisce e c’è un grosso rischio per la popolazione, lo Stato ha il diritto di difendersi. Quindi c’è il diritto all’autodifesa e questa è una questione di giustizia. Quindi, entrando in un’alleanza per l’autodifesa, che è lo scopo della Nato, la Chiesa non ha alcuna opposizione. L’autodifesa fa parte di ciò che gli Stati possono e forse dovrebbero fare per proteggere la vita dei propri cittadini. Uno Stato ha il dovere di promuovere lo sviluppo del suo popolo e quindi anche di assicurarsi che non ci sia un’invasione armata o la distruzione di un Paese. Quindi la Chiesa non si oppone in alcun modo alla Nato, a l’autodifesa e l’uso delle armi sono l’ultima risorsa”.