Roma, 29 feb. (askanews) – 23 associazioni ambientaliste, tra cui il Wwf, hanno scritto una lettera al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, in merito al futuro dell’agricoltura e del sistema agroalimentare italiano alla luce delle proposte di modifica della Politica Agricola Comune presentate dalla Commissione europea e sostenute dal Governo italiano che, secondo le associazione, “ci riportano indietro di 25 anni”, perché “non può esistere l’agricoltura senza la tutela del suolo, delle acque, dell’aria, del benessere degli animali e del nostro capitale naturale”.
Chiedono inoltre che al Tavolo politico permanente istituito per discutere delle possibili modifiche alla Pac siano rappresentate non solo le associazioni agricole ma anche quelle della società civile, così come previsto dal Regolamento europeo e ricordano che questo tavolo “non deve e non può sostituirsi al Comitato di monitoraggio del Piano Strategico Nazionale, sede nella quale devono essere discusse e decise le modifiche al Piano Strategico”.
Le associazioni chiedono quindi un confronto sul futuro dell’agricoltura e dei sistemi agro-alimentari in Europa e in Italia, allargato anche alle associazioni ambientaliste, animaliste e dell’agroecologia.
“La mobilitazione degli agricoltori delle ultime settimane ha riportato alla cronaca un conflitto, vero o presunto, tra gli obiettivi della necessaria e imprescindibile transizione ecologica e la produzione primaria”, scrivono le 23 associazioni. Secondo cui ci sono “problemi strutturali del settore primario, che richiedono un forte impegno istituzionale e di tutti i soggetti interessati”.
Secondo le associazioni, contrapporre gli obiettivi della sostenibilità ambientale a quelli della sostenibilità economica delle aziende agricole sarebbe un grave errore, perché i due obiettivi sono strettamente connessi. Per questo, esprimono le loro preoccupazioni per l’indebolimento degli obiettivi della Politica Agricola Comune discussi nell’ultimo Consiglio europeo AgriFish.
“Cancellando di fatto la maggior parte degli impegni ambientali della PAC attuale si determinerebbe un ritorno al passato di 25 anni – sostengono – ignorando le gravi crisi ambientali del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità che dobbiamo oggi affrontare con urgenza”. “Questa marcia indietro sugli impegni ambientali della PAC 2023-2027 rischia di stravolgere anche l’impostazione del Piano Strategico Nazionale”, aggiungono le associazioni.