Roma, 27 feb. (askanews) – Alberto Migliore è un reumatologo di fama internazionale. Responsabile della Unità di Reumatologia dell’Ospedale San pietro Fatebenefratelli di Roma, insegna all’Università Cattolica del Sacro Cuore ed è Il promotore ed il coordinatore del simposio mondiale sulla terapia intra-articolare (ISIAT) che si celebra ogni 2 anni dal 2010. Inoltre è il presidente di Antiage, l’associazione nazionale per la terapia intra-articolare dell’anca con guida ecografica: “Una tecnica -spiega Migliore- per la quale sono conosciuto nel mondo e che necessita di un’esperienza sul campo importante. Ho messo a punto una procedura che permette di effettuare nell’anca le stesse terapie infiltrative che si applicano nelle malattie reumatiche del ginocchio. Ma non è sufficiente praticarla tout court, serve capire quando intervenire e soprattutto quale prodotto utilizzare. Sbagliare in tal senso vuol dire non ottenere i risultati sperati”.
Effettuare l’iniezione intra-articolare nell’anca è tuttavia più rischioso rispetto a quella che si effettua invece nel ginocchio e questo perché non si ha la certezza di iniettare il farmaco esattamente dentro l’articolazione: “La certezza -afferma il professor Migliore- la si ottiene solo mediante una guida di immagine, una Tac o una fluoroscopia, che però espone i pazienti a radiazioni significative. Con il dottor Tormenta, abbiamo allora messo a punto una tecnica di guida che utilizza l’ecografia. Si tratta di una guida che, senza i cosiddetti raggi, risulta essere comunque sicura, facile, rapida ed economica. Tanto per essere chiari, è la stessa guida che si utilizza per eseguire le biopsie”.
Prima di procedere con la terapia, serve un colloquio approfondito col paziente per valutare i sintomi e la radiografia: “Le infiltrazioni -sottolinea il professor Migliore- sono indicate ed hanno i migliore risultati per l’artrosi dell’anca nelle sue fasi iniziale e intermedia. Più la malattia è avanzata e lo spazio articolare ristretto e meno si ha giovamento dalla terapia intra-articolare. In questi casi l’intervento di protesi è il trattamento più idoneo, tuttavia se il paziente non può essere operato possiamo usare prodotti più recenti che contribuiscono a migliorare la qualità di vita del paziente”. Il professore avverte anche della necessità di ricorrere precocemente alla cura della malattie reumatiche ” fin dai primi sintomi, senza sottovalutarli, per evitare di sprecare quella “finestra di opportunità ” nelle fasi precoci della malattia dove le terapie hanno maggiore effetto e interrompano la progressione dei danni”
L’attività del professor Migliore non si limita, come è intuibile, al trattamento dell’anca ma spazia dalla fibromialgia all’artrite reumatoide, dalla polimialgia reumatica all’osteoporosi, dalla spondilite anchilosante alla gotta: “Patologie -ricorda il professor Migliore- che fanno parte, diciamo così, della famiglia delle malattie reumatiche e che si manifestano con sintomi importanti che riducono pesantemente la qualità della vita”.
Spesso però il primo approccio con il medico di base non risulta sufficiente: ” Il problema è che qui per intervenire con efficacia serve uno specialista che oltre a curare i sintomi intervenga sulla persona a 360 gradi. Non basta cioè eliminare il fastidio, occorre bloccarne la progressione e far recuperare al paziente fino al 60% della funzionalità. Questo -sottolinea il professor Migliore- ha anche una rilevanza sociale: permettere di ridare alle persone la possibilità di muoversi, diminuisce il rischio di complicazione di altre malattie, penso in particolare a problemi cardiaci e al diabete, dove muoversi è fondamentale. Inoltre fa ritrovare il gusto delle piccole, grandi cose della vita, come fare una passeggiata, andare al cinema o uscire con amici e riduce il carico delle persone anziane sui cari che li assistono”.
Nel concludere il professor Migliore ammonisce benignamente ” nessuno si rassegni ai dolori articolari, adesso abbiamo gli strumenti, combattiamoli insieme!”