Padova, 27 feb. (askanews) – L’intelligenza artificiale come strumento ricco di opportunità, da conoscere, non da temere, da regolamentare e gestire così da essere riconosciuta come “degna di fiducia”: è il tema affrontato da Stefano Quintarelli nel suo intervento nella sessione di apertura del summit mondiale della Gabv, la Global Alliance for Banking on Values, organizzato a Padova e Milano da Banca Etica e Etica Sgr.
Quintarelli – imprenditore, specialista di sistemi informatici, consulente delle Nazioni Unite e della Commissione europea – ha offerto un quadro di riferimento sull’Intelligenza artificiale, una delle tematica del summit dedicato a “Il mondo a un bivio: i valori nella finanza e nella tecnologia per trasformare la società” .
“Spesso si sente associare l’intelligenza artificiale a minacce di distruzione dell’umanità – dice Stefano Quintarelli che ha partecipato ai lavori del Gruppo di alto livello degli esperti sull’Intelligenza Artificiale in preparazione dell’ AI Act della Commissione Europea – Queste sono cose che nei nostri documenti alla Commissione Europea abbiamo definito come ‘irrealistiche’. Però aiutano a distogliere l’attenzione da altri fenomeni che sono invece molto più attuali: la riduzione della concorrenza, lo sfruttamento del lavoro, le conseguenze negative per gli errori di predizione da parte dei sistemi statistici. Queste sono cose sulle quali bisogna fare delle norme e sulle quali bisogna intervenire. Non dobbiamo aver paura. L’intelligenza Artificiale è uno strumento, uno strumento molto potente, e come qualsiasi strumento può essere usato bene o male. Dobbiamo averne paura solo se decidiamo di usarlo male”.
Nel corso del suo intervento Quintarelli ha evidenziato come la rivoluzione digitale abbia determinato il pericolo della prevalenza di monopolisti e oligopolisti globali – spesso delocalizzati in paradisi fiscali – che controllano l’accesso alle informazioni e alla distribuzione di beni e servizi prodotti da altri; riducendo la concorrenza e impoverendo la biodiversità dell’infosfera.
Ma come contrastare questa deriva illiberale? “Siamo stati qui ‘prima’. Nel senso che l’eccesso di potere che alcune aziende avevano è stato normato e abbiamo inventato l’antitrust. che prima non c’era e poi c’era proprio per limitare il potere di alcune grandi aziende che avevano la possibilità di influenzare la vita delle persone – argomenta Quintarelli – Dobbiamo semplicemente fare delle nuove normative, delle nuove policy che tengono conto di questo mutato mondo di oggi, e che cerchino di stimolare la concorrenza. Se se ne esce quindi con più concorrenza e norme a tutela dei consumatori e dei cittadini”.
E per tornare all’Intelligenza Artificiale non esiste il rischio che questa tecnologia, per costi e conoscenze, possa essere detenuta solo da pochissimi attori e quindi utilizzata come strumento di prevaricazione? “L’Idea che siano solamente pochi a giocare in questo campo è sostanzialmente sbagliata – afferma Quintarelli – Per esempio abbiamo in Europa un’azienda francese, che si chiama Mistral, che fa dei modelli di intelligenza artificiale che sono molto, molto, simili a quelli più famosi e che sono disponibili gratuitamente”.
Il messaggio lanciato ai rappresentanti di oltre 70 banche etiche provenienti da 45 Paesi diversi è dunque un invito allai fiducia verso l’Intelligenza Artificiale, ma una fiducia non sprovveduta. “Non bisogna aver paura dell’Intelligenza Artificiale – conclude Quintarelli – Bisogna imparare a governarla. Bisogna occuparsene”.