Milano, 27 feb. (askanews) – “Da anni, a cadenza pressoché fissa, le opposizioni di sinistra in Regione Lombardia gridano allo scandalo e si stracciano le vesti per i dati sull’inquinamento a Milano e in Lombardia. È successo anche nelle ultime due settimane: alla fine tuttavia la realtà prevale sempre sull’ideologia e la propaganda. Pochi giorni di pioggia sono bastati a riportare tutti i valori al di sotto delle soglie di sicurezza ed allarme. La pioggia ha spazzato via le menzogne e riportato in auge la verità: per quanto riguarda la qualità dell’aria, il 2023, per Regione Lombardia, è stato l’anno migliore da quando è stata avviata la misurazione. Ossia da due decenni”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia nel Consiglio regionale della Lombardia, Christian Garavaglia, relativamente al dibattito sulla qualità dell’aria al Pirellone.
“Sono i dati, non le chiacchiere, a confermare il buon lavoro di Regione Lombardia e dell’assessore all’Ambiente Giorgio Maione, come peraltro già ribadito dal Presidente Attilio Fontana. Sono i dati, non le chiacchiere, a sancire che per quanto riguarda il PM10, per l’ottavo anno dal 2014, in tutte le stazioni è stato rispettato il valore limite della concentrazione media annua pari a 40 µg/m3. Ottimi risultati anche sulla media giornaliera: il numero delle stazioni che hanno superato il limite è stato più che dimezzato passando da 43 a 20. Il PM2.5 nel 2023, per la prima volta, ha rispettato i limiti in tutte le stazioni della rete . Migliorate anche le emissioni di Biossido di azoto (NO2). In più dell’80% delle stazioni, infatti, la concentrazione media annua è risultata inferiore a quella del 2022” ha aggiunto.
“Da anni, attraverso un lavoro serio e costante di programmazione, Regione Lombardia lavora su: riduzione della circolazione dei veicoli più inquinanti, in particolare delle motorizzazioni diesel, che determinano circa il 56% delle emissioni di NOx; misure di efficientamento energetico nel settore civile, anch’esse finalizzate soprattutto a ridurre le emissioni di NOx; corretto utilizzo domestico della biomassa legnosa, che contribuisce per il 27% delle emissioni totali di CO e per il 46% delle emissioni totali di PM10; miglioramento della gestione dei reflui zootecnici, principale fonte emissiva di ammoniaca (per oltre il 96%), che è precursore di particolato, e di metano, importante gas climalterante” ha sottolineato Garavaglia.
“Sinistra e Movimento 5 Stelle hanno inoltre e del tutto dimenticato che la situazione verificatasi nelle ultime settimane è correlata all’instaurarsi di una condizione meteoclimatica particolarmente favorevole all’accumulo degli inquinanti al suolo. In casi come questo il volume d’aria in cui gli inquinanti si diluiscono è 30 volte inferiore a quello disponibile nelle tipiche condizioni estive, quando l’altezza dello strato di rimescolamento è di circa 3.000 metri” ha continuato.
“Dopo anni di radicalismo rosso verde, di stop alle auto, di area B ed area C, del record di multe agli automobilisti, le politiche del Comune di Milano e di Beppe Sala sono state del tutto infruttuose. Lo attesta la scienza: in Italia è particolarmente consistente il ruolo del riscaldamento residenziale nell’inquinamento atmosferico. Da solo, infatti, è responsabile del 64% della quantità di PM2,5, del 53% di PM10 e del 60% di CO emessi. Ancora una volta sono la scienza ed i numeri a smentire i profeti di sventura dell’ambientalismo. Se si va a guardare la quantità di sostanze inquinanti che viene immessa nell’atmosfera nella nostra regione come in tutta la pianura padana ci si renderà conto che sono in costante diminuzione, come ha detto di recente il Governatore Attilio Fontana. Ci sono poi dei fattori che esulano dalla nostra possibilità ma che sono determinati dal fatto che purtroppo la pianura padana è una conca all’interno della quale non si crea un ricircolo di aria” ha osservato.
“Concludiamo ricordando l’importanza dell’accordo provvisorio sulla direttiva dell’aria europea raggiunto dalle istituzioni Ue, che dovrà essere confermato e nel quale si prevede che le zone in cui gli obiettivi ambientali sono più difficilmente raggiungibili per specifiche condizioni climatiche o orografiche, come il bacino padano, avranno la facoltà di chiedere una deroga di dieci anni per raggiungerli. Una deroga che il governo italiano di Giorgia Meloni è riuscito a ottenere”, ha concluso Garavaglia.