Roma, 27 feb. (askanews) – A pochi giorni dalla disponibilità in commercio, la folsevodopa/foscarbidopa è stata somministrata per infusione sottocutanea a Pavia presso la Struttura Complessa Parkinson e Disturbi del Movimento, posizionandosi come la seconda struttura in Italia ad aver applicato questa innovazione terapeutica. Sotto la guida della dottoressa Roberta Zangaglia, presso il Mondino, è stato scelto di trattare un paziente con Malattia di Parkinson e fluttuazioni motorie. La somministrazione sottocutanea, infatti, presenta dei vantaggi per il paziente poiché garantisce un controllo stabile dei sintomi, ed è particolarmente indicato per la malattia in fase avanzata con gravi fluttuazioni motorie poco controllabili con la terapia farmacologica orale.
La Levodopa è considerato tra i migliori per il trattamento di questa malattia, ma le fluttuazioni delle concentrazioni plasmatiche del farmaco con la terapia orale sono spesso associate a un controllo insoddisfacente dei sintomi motori e allo sviluppo di movimenti involontari. La tecnologia innovativa della foslevodopa/foscarbidopa ha permesso per la prima volta l’infusione di levodopa per via sottocutanea e questa via di somministrazione di migliorare il tempo di “on” senza discinesie e di ridurre le fasi “off” diurne e notturne. Questa nuova strategia terapeutica potrà migliorare la qualità di vita dei pazienti con Malattia di Parkinson in cura presso l’IRCCS Fondazione Mondino.
Per introdurre in tempi record questa nuova terapia tra le possibilità terapeutiche offerte ai pazienti con Malattia di Parkinson hanno lavorato insieme a Roberta Zangaglia, direttore f.f. dell’Unità complessa, e Claudio Pacchetti, coordinatore del Centro Parkinson, un’equipe composta dai medici di reparto, Micol Avenali e Francesca Valentino, dai medici specializzandi, Giorgio Belluscio, Luca Gallo, Simone Malaspina e Piefrancesco Mitrotti e dagli infermieri dell’Unità Parkinson coordinati da Cinzia Chionne.