Milano, 26 feb. (askanews) – È stato pubblicato sul Burl della Regione Lombardia del 23 febbraio scorso il bando per la selezione di privati cittadini disponibili ad assumere a titolo volontario la tutela di minori stranieri non accompagnati. Nei due anni appena trascorsi sono state 519 le domande di candidature di tutori volontari Msna accolte dall’Ufficio del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, un risultato che ha però ancora bisogno di rilancio e che, auspica il Garante, possa continuare a crescere nei prossimi mesi. Ogni tutore può avere un massimo di tre minori affidati e, pertanto, a fronte di 560 tutori ad oggi attivi in Regione Lombardia iscritti presso l’Albo dei Tribunali per i Minorenni di Milano e Brescia, e di una presenza media che oscilla attorno ai 3mila Msna, l’obiettivo cui tendere resta quello di avere almeno mille tutori distribuiti su tutto il territorio regionale.
La Lombardia continua ad essere la seconda regione d’Italia per numero di minori migranti: al 31 gennaio 2024 si registravano nella nostra regione 2mila e 729 minori migranti su un totale di 21.991 sul territorio italiano. Il 21,8% è di genere femminile e il 78,2% maschile, a differenza del dato nazionale ove le femmine sono soltanto l’11,8%; il 70% dei Msna in Lombardia ha fra i 15 e i 17 anni, il 25% fra i 7 e i 14 anni, il 5% ha meno di 6 anni. Al di là di una ancora importante presenza di minori ucraini, la maggior parte di essi provengono dall’Egitto e dalla Tunisia.
“Essere tutori significa essere il punto di riferimento legale, umano e personale per una persona minorenne che, venutasi a trovare nel nostro Paese senza adulti di riferimento, collocata in una comunità, inserita in un sistema di formazione, tutela e avviamento al lavoro, ha bisogno di avere qualcuno che ci sia, che la accompagni nella vita – ha sottolineato il Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Riccardo Bettiga -. Chi ha la tutela formale di un Msna e mette a disposizione il proprio tempo per questi ragazzi, al di là degli adempimenti tecnici e burocratici, può scegliere di fare davvero la differenza nella loro vita e nell’impatto e inserimento che posso avere nella nostra società. La legge n°47 del 2017, detta legge Zampa, istituendo questa figura, pensava proprio al valore aggiunto della relazione umana nel percorso di accoglienza. Un adulto presente, anche da un punto di vista relazionale, protegge i ragazzi dalle reti sociali negative e dalla criminalità, aumenta l’adesione ai percorsi che vengono offerti dal sistema di protezione, migliora la qualità e l’esperienza dell’accoglienza. Un tutore, in sostanza, migliora la qualità della vita dei Msna e con essi non può che aiutare il lavoro dei servizi e degli enti locali. Abbiamo bisogno di cittadini, di persone di buona volontà, di qualunque professionalità, livello culturale o estrazione sociale: quello del tutore, oggigiorno, è un compito sociale con cui si può, con poco, fare moltissimo per aiutare il prossimo”.
Il tutore volontario per Msna è un cittadino che, avendo compiuto i 25 anni di età, si candida e dopo essere stato formato dal Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, in seguito ad un incarico affidato dal Tribunale per i Minorenni assume il compito di rappresentare giuridicamente un minore straniero non accompagnato e di farsi interprete dei suoi bisogni e delle sue necessità. Svolge il compito di rappresentanza legale assegnato agli esercenti la responsabilità genitoriale, attende allo svolgimento di ogni attività anche di natura amministrativa o sanitaria per favorirne il miglior inserimento nel territorio, persegue il riconoscimento dei diritti del minore, ne promuove il benessere psico-fisico, vigila sui percorsi di educazione ed integrazione del minore, tenendo conto delle sue capacità, inclinazioni naturali ed aspirazioni, vigila sulle sue condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione e ne amministra l’eventuale patrimonio.