Roma, 26 feb. (askanews) – Ministri delle Finanze e governatori delle Banche Centrali del G20 si apprestano a convergere a San Paolo, per il primo incontro ministeriale sotto la presidenza brasiliana. Il gruppo porta allo stesso tavolo economie avanzate e nuovi giganti del panorama globale, i lavori iniziano oggi e domani con le riunioni di viceministri e vicegovernatori, mentre il G20 finanziario vero e proprio si svolgerà mercoledì 28 e giovedì 29.
Il vertice giunge mentre l’economia mondiale e quelle dei maggiori Paesi si trovano in una fase di transizione in cui, da una parte, c’è un rallentamento della crescita dopo i rimbalzi che si erano innescati dopo la rimozione delle misure restrittive, imposte dai governi a motivo del Covid. E, dall’altra, l’inflazione sta rientrando a livelli più accettabili, dopo i picchi dei mesi passati, che hanno spinto le banche centrali a aggressive manovre restrittive, soprattutto nelle economie occidentali.
Nelle sue ultime previsioni, formulate il mese scorso, il Fondo monetario internazionale prevede una crescita globale 2024 al 3,1%, dopo il più 3,5% del 2023, cui dovrebbe seguire un 3,2% nel 2025. Per l’euro zona prevede rispettivamente 1,5% e 1,8%, per l’Italia 0,7% di crescita quest’anno e 1,1% il prossimo.
In questo quadro il G20 delle Finanze cerca di mantenere aperto il dialogo sugli argomenti in cui è possibile. Perché nel gruppo si è aperta una frattura dal 2022, dopo che i paesi del G7 hanno adottato crescenti sanzioni contro la Russia a seguito dell’invasione dell’Ucraina, senza riuscire a coinvolgere come avrebbero voluto altri player globali. E altre divisioni riguardano le rivendicazioni della Cina su Taiwan.
Spesso nel corso di queste riunioni si svolgono incontri tra i rappresentanti del G7, stavolta però, quasi a confermare le divisioni, nel programma ufficiale della presidenza brasiliana compare invece “la prima riunione di ministri delle Finanze e ei governatori delle banche centrali dei Brics”. Brics è l’acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, ai quali peraltro nei mesi passati hanno chiesto di aggiungersi vari paesi, tra cui l’Arabia Saudita.
Per l’Italia a San Paolo saranno presenti il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, e il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta. Per l’Unione europea il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, assieme alla presidente della Bce, Christine Lagarde e Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della stessa istituzione, dove è responsabile di sistemi di pagamento e rapporti internazionali.
Il programma approntato dal governo brasiliano prevede sette capitoli. Il primo è sui gruppi di lavoro sulle questioni macroeconomiche e istituzionali, che interviene sulle tematiche strutturali, sul monitorare rischi e le incertezze che circondano i vari scenari possibili e le previsioni. Il secondo capitolo è sull’architettura i finanziaria internazionale ed è stato creato dopo la crisi del 2007-2009. Il terzo gruppo di lavoro è sulle infrastrutture e sul finanziamento per il loro sviluppo.
Altri tre capitoli sono rappresentati da finanza sostenibile, dalla tassazione internazionale – in cui dopo gli accordi che erano stati raggiunti nel corso della presidenza italiana del G20 sotto leggi dell’Ocse si fatica a mettere a terra l’attuazione effettiva delle intese stesse – e infine dall’inclusione finanziaria. Il settimo capitolo riguarda le questioni finanziarie. Un ulteriore punto è la collaborazione tra ministri delle Finanze e task force sulla salute.
In un documento pubblicato in vista del vertice, la direttrice del Fmi, Kristalina Georgieva ricorda che il G20 ha un ruolo importante nel traghettare le politiche dalla lotta contro gli shock inflazionistici a un’agenda di medio termine, che ora punti a una crescita sostenibile, equilibrata e inclusiva. “I recenti miglioramenti nelle prospettive globali di breve termine danno ai policy maker l’opportunità di ripristinare lo slancio delle politiche verso un futuro più prospero, sostenibile e cooperativo”, dice.
Nel frattempo la tenuta dei mercati del lavoro e la loro resilienza al rallentamento della crescita gettano le basi per potersi focalizzare sulle prospettive di medio termine.
Il G20, prosegue Georgieva, è anche chiamato a affrontare il nodo dell’intelligenza artificiale, che promette di sostenere la produttività e di migliorare le prospettive di crescita, ma che molti guardano anche come una minaccia a posti di lavoro e attività economiche. Più in generale, l’attuale crescita economica a rilento “è un problema che riguarda tutti”.
Nel frattempo “la frammentazione geoeconomica si sta aggravando mentre i Paesi spostano commercio e flussi di capitali. I rischi climatici si ripercuotono sulle performance economiche, dalla produttività dell’agricoltura, all’affidabilità dei trasporti alla opponibilità e i costi delle assicurazioni”.
Secondo Gerogieva in questo quadro le banche centrali sono giustamente focalizzate sul completare il lavoro per far tornare l’inflazione ai livelli obiettivo. I progressi compiuti su questo versante rendono inevitabile che si creino interrogativi su quanto e quanto verranno tagliati i tassi di interesse.
Ma secondo la direttrice dell’Fmi restano rischi in molti paesi e i policy maker “devono attentamente monitorare gli sviluppi e evitare di allentare la linea troppo presto o troppo velocemente “. Al tempo stesso, tuttavia, ove fossero chiari i segnali dell’inflazione che torna verso l’obiettivo “bisogna assicurare che i tassi non siano tenuti alti troppo a lungo”.
Passando sui ai conti pubblici è tornato il momento di focalizzarsi sul ripristino di margini di bilancio per fronteggiare futuri shock, di ridurre la crescita del debito e creare spazio per nuove priorità di spesa. “Attendere – dice – potrebbe rendere l’aggiustamento più doloroso”. Trovare il giusto bilanciamento è complicato dato che i rialzi dei tassi pesano sui costi di servizio del debito. E qualunque piano di riduzione di debito e deficit deve essere basato su programmi di medio termine credibili.
Con un documento analogo, il presidente del Finacial Stability Board, il governatore della banca centrale dell’Olanda, Klaas Knot, avverte che le prospettive globali creano sfide anche per la stabilità, tra cui sui costi di servizio dei debiti pubblici, sui livelli tirati delle valutazione delle asset in alcuni mercati chiave e sul livello di leva finanziaria, oltre ai possibili disallineamenti sulle liquidità tra i gruppi di intermediazione finanziaria non bancari.
Il Fsb ha aggiornato le sue raccomandazioni di policy e chiede al G20 di attuarle con la rapidità che risulta possibile. Il lavoro che ha portato avanti l’istituzione si basa su la crisi bancaria negli Usa (e di un istituto svizzero) la scorsa primavera, sulle istituzioni finanziarie non bancarie, il cambiamento climatico, la digitalizzazione e il miglioramento dell’efficienza sui pagamenti trans frontalieri.