Roma, 23 feb. (askanews) – Arriva il 28 febbraio nei cinema l’attesissimo “Dune Parte 2”, sequel del film di Dennis Villeneuve che aveva ottenuto quasi 450 milioni di dollari di incassi e ben sei premi Oscar. “Dune – Parte 2” continua la storia del film precedente, ispirata ai libri di fantascienza di Frank Herbert. Seguiamo il mitico viaggio di Paul Atreides, un giovane spinto dal destino in una lotta per il potere intergalattico, tra grandi sequenze d’azione, personaggi nuovi, avventure più ambiziose, una storia d’amore commovente, e molti temi ancora attuali, come spiega il protagonista Timothée Chalamet.
“Il libro è stato scritto 67 anni fa, e conteneva allarmi sul futuro dell’ambiente, sulla ricerca di leader carismatici, c’erano racconti metaforici sullo scontro di civiltà, cose che sono attuali anche oggi. E’ come se lui avesse visto il mondo in cui viviamo ora”, afferma Chalamet.
Il film prosegue l’esplorazione di un universo spettacolare e parallelamente di temi come la lotta tra Bene e Male, la lealtà, la vendetta, e porta ancora avanti il tema dell’emancipazione femminile già iniziato in “Dune”. Qui, oltre all’appassionata guerriera Chani interpretata da Zendaya, appaiono la principessa Irulan, interpretata da Florence Pugh e Lady Fenring, interpretata da Léa Seydoux.
Le due giovani protagoniste, Zendaya e Pugh, a proposito dei loro personaggi e delle figure di eroine raccontate nel film dicono:
“Lei non gioca alla regole che altri hanno deciso per lei, per il suo futuro, la sua vita, le persone che ama e vuole proteggere. Non segue le cose che hanno creato per lei perché vuole creare il proprio destino”, dice Zendaya.
“Credo che siamo in un momento molto interessante, perché le eroine che vengono raccontate al cinema non sono più sterotipate, solo forti e potenti. I nostri personaggi, per esempio, sono molto diversi, hanno backround, mentalità, ragioni differenti. Combattono però per la stessa cosa: proteggere se stesse e la propria famiglia. E tutti i personaggi femminili del film sono estremamente complessi e per questo interessanti”, conclude Pugh.