Roma, 22 feb. (askanews) – Una serata all’insegna della cultura quella che si è svolta nei locali della libreria Pellicano a Roma. Michele Bussoni e Duilio Papi hanno presentato i loro libri editi dalla Di Carlo edizioni. Collateral effect, l’opera di Bussoni, è un romanzo ambientato in Canada, una terra sconfinata dove l’inverno avvolge sia le foreste che le piccole città, celando misteri occulti. “Un uomo, solo in mezzo a quel nulla, viene trovato e tratto in salvo dallo sceriffo di un piccolo villaggio – spiega l’autore – l’uomo, distrutto dal dolore per fatti cruenti che hanno devastato la sua famiglia, porta con sé un oggetto misterioso ritrovato in una baita nascosta nella foresta”. L’indagine ha a quel punto inizio e il ritmo della narrazione si avvicenderà tra passato e presente. Si scopriranno segreti a dir poco inquietanti, mentre i tormenti interiori, la necessità di placare istinti di vendetta e di salvare il figlio malato del protagonista, Dexter Dubois, che necessita di una costosa operazione, si mescoleranno alle descrizioni di un ambiente duro ma meraviglioso. Un giallo-noir intriso di introspezione e contraddistinto dai valori umani più classici, sia positivi che negativi, reso originale da un intreccio temporale cinematografico, ricco di immagini poetiche, di tormenti interiori e di colpi di scena continui.
Correnti marine è invece il titolo della silloge di Duilio Papi: “La silloge poetica che propongo – afferma l’autore – prova a raccontare il disagio esistenziale scaturito da questa instabilità di obiettivi e di circostanze. Nel cercarne il titolo, sono stato colto da una suggestione che mi riportava al mare. Metaforicamente ho traslato allora il fluire di questa instabilità nel moto costante ma mutabile delle Correnti marine. In quel travaglio di acque e di anime, mi è parso di udire quasi una cadenza di pensieri disciolti, un susseguirsi di vicende e di emozioni, di situazioni che ci appartengono e che condizionano tutti i nostri percorsi interiori. Illustri sociologi e filosofi dei nostri tempi si sono interrogati circa la specificità di questa nostra epoca così mutabile nel suo dipanarsi tra consuetudini e nuovi scenari sociali e politici. L’hanno definita società liquida per rimarcarne da un lato una sua effettiva densità, e dall’altro, la sua natura instabile. Questa immagine mi pare sia effettivamente il riflesso dell’esistenza di ciascuno di noi, come fosse un background in sottofondo alle nostre giornate, che contribuisce a farle percepire come una precaria consuetudine di attimi rivolta a un futuro piuttosto opaco, sia nel suo materializzarsi come vicenda, che nel dar voce alle nostre più profonde convinzioni personali”.
Al dibattito, moderato dalla speaker Arianna Tomassetti, ha preso parte il poeta Beppe Costa.