Milano, 21 feb. (askanews) – “La scelta è tra chi ha un progetto e chi si mette insieme, e neanche lo nasconde, solo per battere le destre”. Lo ha detto il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Sardegna, Paolo Truzzu (Fdi), durante il suo comizio a Cagliari insieme ai leader nazionali della coalizione in vista del voto del 25 febbraio, riferendosi agli avversari di centrosinistra.
“Nei giorni scorsi è venuto un signore che sia chiama Conte, di nome ma non di fatto, e ha detto che sono un ologramma, che sono sparito, ma ero a incontrare tutti voi e credo che oggi gli si possa dire, tutti insieme, che il 26 febbraio ci vedrà arrivare” ha aggiunto il candidato governatore rivolto ai propri sostenitori parlando del leader del M5s.
“C’è chi ha voluto fare della Sardegna una cavia” ha continuato Truzzu riferendosi al ‘campo largo’ costruito da Pd e M5s a sostegno di Alessandra Todde, “ma noi non siamo cavia” e quello “è un esperimento che si è già rotto prima di iniziare tanto che si è diviso in tre rivoli”.
“Abbiamo sempre messo al primo punto gli interessi dei nostri cittadini – ha proseguito il sindaco di Cagliari – e dall’altra parte c’è chi ha incatenato già in passato la Sardegna, Renato Soru, chi con le sue scelte ha già dimostrato di non volere il bene dei sardi ed è stato sonoramente bocciato dai cittadini o ancora chi vuole condannare l’isola a un futuro di assistenza, di sussidi e non ha idee sul futuro della Sardegna”.
Al governo, ha concluso Truzzu rivendicando un rapporto diretto con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, “non chiederemo elemosine, non andremo a lagnarci, andremo a dimostrare che siamo capaci di spendere bene le risorse, che siamo più bravi di altri, e vogliamo altre risorse dimostrando che abbiamo ragione sulle nostre richieste, dimostreremo che sono giuste non solo per la Sardegna, ma per tutta l’Italia”.