Roma, 19 feb. (askanews) – Arriva alla Carnegie Hall di New York il progetto del tenore Mark Milhofer e del pianista Marco Scolastra nel concerto in programma mercoledì 21 febbraio omaggio al grandissimo Enrico Caruso. Frutto di un lungo lavoro di ricerca su autografi, manoscritti, pubblicazioni e incisioni storiche, sfociato nel doppio CD “Enrico Caruso, His Songs composed for him and by him” (Urania Records) uscito nel 2023 in occasione dei centocinquant’anni della nascita del celebre tenore, il progetto accoglie le canzoni scritte da e per Caruso, alcune delle quali incise per la prima volta.
Un repertorio ancora poco conosciuto e tutto da riscoprire, affidato a un duo consolidato che coniuga la versatilità di Mark Milhofer, tenore inglese, e la ricercatezza delle interpretazioni di Marco Scolastra.
Al lavoro discografico i due artisti hanno affiancato una lunga tournée con una serie di recital che hanno toccato fra le altre, Villa Caruso a Firenze, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese a L’Aquila e la Camera Musicale Romana nella capitale. Ora sbarca oltreoceano facendo tappa in una delle più celebri sale da concerto di tutto il mondo. “Per un cantante, la Carnegie Hall è un’ambizione raramente raggiunta. È un sogno che diventa realtà”, ha commentato Milhofer. “Non posso che unirmi alle parole di Mark – ha aggiunto Scolastra -. Un sogno che diventa realtà grazie al nostro progetto su Enrico Caruso, un mito dell’opera che per tanti anni ha conquistato il pubblico di New York”.
Simbolo dell’italianità e del bel canto, Enrico Caruso (Napoli, 25 febbraio 1873 – 2 agosto 1921) è passato dai palcoscenici della provincia napoletana ai più prestigiosi teatri d’opera del mondo e, con la stessa naturalezza con cui interpreta il Duca di Mantova in Rigoletto, può tornare a essere lo scugnizzo delle canzoni popolari. Ma ciò che è meno noto è che il grande tenore scrisse fra il 1907 e il 1919 anche un piccolo numero di queste canzoni, nove per la precisione, che sono state riunite tutte insieme per la prima volta nel doppio CD edito nel 2023.
Sappiamo che Caruso a volte scriveva solo la melodia, a volte solo le parole, in un caso (Tiempo antico, del 1912) le scrisse entrambe. Per l’armonizzazione si affidava poi ai suoi collaboratori (ritroviamo Riccardo Barthelemy, Alfredo Sarmiento, Vincenzo Bellezza). Lo raccontava lo stesso Caruso in una intervista al New York Times nel 1912: “Molte volte, quando sono solo, mi vengono delle piccole idee, ho la quiete che amo, e i miei pensieri vagano da soli. Arriva la piccola musica. Da solo nella quiete la sento. Ah, ma non so scrivere le note! So solo cantarle e suonarle. Non capisco la tecnica della scrittura musicale. Allora forse chiamo il mio amico Barthelemy di Parigi. O al Knickerbocker