Bologna, 14 feb. (askanews) – La sentenza della Corte costituzionale in tema di suicidio medicalmente assistito “indica di istituire un comitato etico e di dare disposizioni alle Asl rispetto ai criteri” del paziente che ne può fare richiesta. In Emilia-Romagna, con la delibera approvata dalla giunta regionale “noi mettiamo ordine rispetto a un tema così sensibile e per certi aspetti così drammatico”. Ma indirettamente, con questo atto, “richiamiamo il Governo e il Parlamento. E alla destra che strepita io dico: diteci cosa volete fare. Visto che il ministero della Salute lo scorso anno mandò una direttiva alle Regioni di applicare la sentenza della Corte costituzionale”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna e presidente del Partito democratico, Stefano Bonaccini, su Radio 24, spiega che le ragioni che hanno portato la giunta a deliberare sul fine vita.
“Applichiamo la sentenza della Corte costituzionale – ha spiegato Bonaccini -. Vogliamo mettere al primo posto la volontà e la dignità della persona e quindi abbiamo definito procedure e tempi certi sul fine vita, e deciso di applicare la sentenza della Corte costituzionale che peraltro chiede di garantire al malato il diritto di congedarsi dalla vita nel rispetto della propria volontà e del proprio concetto di dignità umana”. Un compito che va affidato “al Servizio sanitario nazionale e, a livello regionale, alle Regioni e alle Asl. Prima, va formato un Comitato etico territoriale e noi l’abbiamo fatto. In attesa dell’approvazione di una legge nazionale”.
“Ieri è stata presentata una proposta di legge regionale – ha aggiunto il governatore -, c’è un iter che prevede, come ogni volta viene presentata una proposta di legge, il passaggio dalle commissioni competenti, dove verrà esaminata e ci potranno essere tutte le valutazioni del caso. Il motivo per cui si discute di un’eventuale legge è perché abbiamo fatto una procedura che è poi quella che l’Alta Corte chiederebbe di fare alle Regioni”.
“Mi auguro che con queste disposizioni che peraltro sono previste dalla sentenza della Corte costituzionale e che mette criteri rigidi che vanno rispettati rigorosamente” si possa arrivare a una legge nazionale, ha detto Bonaccini richiamando i criteri indicati nella delibera per poter richiedere il suicidio medicalmente assistito: “Per evitare abusi e arbitri può fare richiesta di suicidio medicalmente assistito solo il paziente affetto da patologia irreversibile, da cui derivino sofferenze fisiche o psicologiche che ritiene intollerabili, che sia tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e sia pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.