Roma, 12 feb. (askanews) – “Una malattia conosciuta da secoli, nei confronti della quale c’è ancora tanto pregiudizio e tanto stigma”. Così il professor Federico Vigevano, responsabile del dipartimento delle Disabilità dell’età evolutiva del Gruppo San Raffaele, oggi in occasione della Giornata Internazionale dell’epilessia. “Sono stati fatti molti progressi nel campo della conoscenza delle cause delle epilessie, più che dell’epilessia, soprattutto sul piano genetico – prosegue – soprattutto a livello delle lesioni cerebrali che possono provocare epilessia, però ancora l’informazione relativamente alla malattia e tutto quello che comporta per il paziente ancora è inadeguata e quindi fare campagne educazionali ed informazioni è qualcosa che ci fa aumentare la nostra cultura e va incontro all’esigenza dei nostri pazienti”.
La diagnostica per immagini e in particolare le tecniche di neuroimaging avanzato con l’ausilio di magneti operanti a 3 Tesla, intanto, sono di “estrema importanza nel percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale in tutte le forme di epilessia – aggiunge il professor Simone Marziali, responsabile del dipartimento Diagnostica per immagini del San Raffaele di Cassino – sappiamo come le patologie a carattere epilettico sono di diversi tipi e l’elettroencefalogramma e tutte le tecniche neurofisiologiche rimangono a tutt’oggi il gold standard nella diagnosi del follow-up. Ma le tecniche di risonanza magnetica 3 Tesla permettono di avere un ausilio nella fase diagnostica e anche nella fase terapeutica”.
E nello specifico, l’utilizzo di magneti “operanti a 3 Tesla ci permette di effettuare sia delle valutazioni morfologiche tridimensionali sia delle valutazioni funzionali. In entrambi i casi ci permette di andare a valutare alcune patologie specifiche, soprattutto dell’età pediatrica, in cui l’imaging tradizionale con i campi magnetici più bassi non ci permetterebbe in modo così agevole di fare diagnosi”, conclude Marziali.