Milano, 10 feb. (askanews) – Lunedì 12 febbraio alle 20.30 al Teatro alla Scala di Milano debutta l’Orchestra del Mare, che utilizza strumenti ricavati dai legni delle barche dei migranti, realizzati dalle persone detenute del carcere milanese di Opera. Un concerto dal grande valore sociale a favore della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, a cui hanno aderito musicisti d’eccezione come i violoncellisti Mario Brunello e Giovanni Sollima, accompagnati dal violinista Sergej Krylov e dai musicisti dell’Accademia dell’Annunciata diretta da Riccardo Doni. Inoltre, l’artista Mimmo Paladino ha offerto come scenografia la sua installazione de “I Dormienti”, con un’immagine scenica che rievoca il dramma dei migranti naufragati. Lo scrittore Paolo Rumiz leggerà un suo testo scritto appositamente per la serata.
Il concerto, realizzato grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, verrà trasmesso in diretta streaming nelle carceri di Opera, Monza, Rebibbia e Secondigliano, che aderiscono al progetto, per permettere alle persone detenute di poter assistere a questo importante momento di cui loro stessi sono protagonisti.
Il programma musicale spazia dal Concerto Brandeburghese n.3 di Bach a Violoncello Vibrez, brano per due violoncelli composto da Giovanni Sollima. “L’Orchestra del Mare cerca di trasformare ciò che viene ritenuto, come dice Papa Francesco, ‘scarto’, in armonia e speranza: barche destinate a essere rottamate, persone migranti che scappano dalla fame e dalla guerra, e infine persone detenute che trasformano questo legno in strumenti musicali” ha affermato il presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, Arnoldo Mosca Mondadori, dicendosi “grato alla Scala per dare voce a tutto questo”.
Il ricavato della serata sostiene il progetto Metamorfosi, il cui esito è l’Orchestra del Mare, aiutando a finanziare i laboratori, non solo quelli di liuteria nelle carceri di Opera e Secondigliano, ma anche quelli di Rebibbia e Monza, dove con i legni delle barche vengono realizzati anche oggetti di carattere sacro, come i rosari.
Fotografia di Barbara Cardini