Bologna, 9 feb. (askanews) – “Curare la verità storica del nostro passato vuol dire anche guardare con speranza al futuro, perché simili drammi non debbano più ripetersi”. Per questo motivo occorre una “memoria condivisa per non dimenticare la tragedia delle foibe e le tante vittime innocenti”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in occasione del Giorno del Ricordo, domani 10 febbraio, istituito dal Parlamento nel 2004 con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria del dramma delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel Secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
“Vogliamo ricordare le tante vittime innocenti e il dramma dei nostri connazionali costretti a lasciare le proprie terre e le proprie case – ha detto Bonaccini -. La tragedia delle foibe, con migliaia di morti, e l’esodo degli italiani d’Istria e Dalmazia richiedono che si faccia memoria di quei fatti per ricordarci come i muri e le divisioni siano sempre un’aberrazione che si contrappone alla libertà, alla civiltà, alla democrazia. E per non lasciar cadere il monito che la storia ci consegna contro la follia di ogni totalitarismo e autoritarismo, contro la violenza cieca che si abbatte su coloro considerati diversi su basi etniche o per le proprie origini. Un orrore che si ripete ogni qualvolta si perde di vista la propria umanità”.
Diverse le iniziative e gli appuntamenti in programma da Piacenza a Rimini che si possono consultare sui siti degli istituti storici raggiungibili dal portale della “Rete degli istituti storici dell’Emilia-Romagna” (https://900-er.it/), sostenuto dalla Regione nell’ambito della legge sulla Memoria del Novecento.
A marzo 2016 è stata approvata la legge regionale sulla Memoria per sostenere la conoscenza di fatti e avvenimenti storici avvenuti nel corso del Novecento in ambito emiliano-romagnolo. Una legge unica nel panorama nazionale, che promuove ricerche e approfondimenti storici ma anche progetti culturali e artistici che attraverso i diversi linguaggi, affrontano avvenimenti e tematiche storiche. La legge interviene sia a sostegno delle attività degli Istituti storici regionali che di soggetti pubblici e privati.