Netanyahu insiste: "siamo vicini a vittoria completa" su Hamas – askanews.it

Netanyahu insiste: "siamo vicini a vittoria completa" su Hamas

Blinken ancora in MO. Le famiglie degli ostaggi: accetti accordo
Feb 7, 2024
Roma, 7 feb. (askanews) – In una conferenza stampa a Gerusalemme, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riaffermato nuovamente la necessità di una “vittoria schiacciante” su Hamas.

“Siamo sulla strada per la vittoria completa. La vittoria è a portata di mano”, ha detto, prevedendo che la guerra sarà vinta “nel giro di mesi” e non di anni. Netanyahu ha definito i risultati ottenuti dall’esercito nell’offensiva contro Hamas “senza precedenti” e ha aggiunto che l’Idf si sta preparando a combattere a Rafah. Quanto al ritorno degli ostaggi israeliani ancora a Gaza, resta una priorità assoluta, e per il premier una maggiore pressione militare aumenterà le possibilità che vengano liberati.

Una volta di più dunque sulla superficie appare inutile il viaggio in Israele del segretario di Stato americano Antony Blinken, costretto alla quinta estenuante navetta dall’inizio del conflitto il 7 ottobre fra vari paesi arabi e lo Stato ebraico.

Il suo incontro odierno con Netanyahu e con il presidente di Israele, Isaac Herzog, non ha condotto ai risultati auspicati: Blinken ha dichiarato di aver discusso coi vertici israeliani di come portare maggiore aiuto nella striscia di Gaza e ai civili palestinesi ivi intrappolati.

Ma almeno ufficialmente di tregua, quella che si discute dietro le quinte ormai da giorni, mediata soprattutto dal Qatar, non si parla.

Hamas da parte sua avrebbe proposto una tregua in tre fasi, e secondo i media arabi, il leader politico Ismail Haniyeh sarà domani al Cairo per colloqui sulla proposta di accordo.

L’appello ad accettare l’accordo con Hamas viene anche da un’associazione di famiglie di ostaggi basata nel Regno Unito. L’associazione riunisce in particolare familiari con passaporto anche britannico.

“Israele non ha un’altra opzione” da offrire in questo momento, ha detto Sharone Lifschitz, il cui padre, Oded Lifshitz, di 83 anni, risulta fra le persone catturate nell’attacco del 7 ottobre. Il governo “ha il dovere di riportare a casa i suoi concittadini costi quel che costi”, altrimenti “molti ostaggi semplicemente non potranno sopravvivere” all’azione militare d’Israele contro la Striscia.