Roma, 6 feb. (askanews) – I problemi di salute di Re Carlo III, a cui è stata diagnosticata “una forma di cancro”, costringono la monarchia britannica a riorganizzarsi. Il sovrano, che si è già operato alla fine del mese scorso “per un ingrossamento della prostata” e da allora è a riposo, sarà assente più a lungo del previsto. Carlo III ha iniziato ieri “un programma di terapie regolari, durante il quale i medici gli hanno consigliato di rinviare le sue attività pubbliche”, ha riferito Buckingham Palace. Una volta passato lo shock, convengono analisti ed esperti di corone, la monarchia dovrà garantire il corretto adempimento dei suoi obblighi.
Il re, 75 anni, dopo la morte della madre – quasi un anno e mezzo fa – è stato molto attivo, soprattutto sul fronte diplomatico. Ha ricevuto diversi capi di stato, è stato in visita in Germania, Francia e Kenya e ha tenuto un discorso alla conferenza sul clima COP28 a Dubai. Buckingham Palace ha precisato che continuerà “a occuparsi degli affari di stato e dei compiti amministrativi come al solito”.
Anche se non può intervenire nel dibattito politico, il re deve poter promulgare leggi, nominare capi di governo, aprire sessioni parlamentari. Re Carlo continuerà ogni mattina a ricevere la famosa “scatola rossa” con i documenti ufficiali, e a incontrare i suoi consiglieri. Inoltre incontrerà settimanalmente il primo ministro Rishi Sunak, che ha confermato di essere “naturalmente in contatto regolare” con il re e “continuerò a comunicare con lui come al solito” Se il biografo della famiglia reale Robert Hardman ha assicurato alla BBC che “il funzionamento quotidiano della monarchia non cambierà” e che non esistono “preoccupazioni costituzionali”, è chiaro che un Re in terapia anti-tumore dovrà essere aiutato.
Carlo può contare sull’assistenza della moglie, la regina consorte Camilla. “In Camilla We Trust”, titola il tabloid The Mirror, secondo cui è lei che “ora dirige la ‘Ditta’”, come viene indicata informalmente la famiglia reale. Anche l’erede al trono, il principe William, 41 anni, dovrà mobilitarsi dopo avere assistito la moglie Kate, operata all’addome a metà gennaio. Il suo ritorno è previsto mercoledì con una cerimonia di decorazione a Windsor e poi con un gala di beneficenza a Londra. In caso di incapacità del re, è il principe che dovrebbe agire nel frattempo, spiegano gli esperti di monarchia e civiltà inglese. Non si conosce ancora la durata dell’indisponibilità del re, ma Carlo III dovrebbe essere presente all’80° anniversario dello sbarco in Normandia, a giugno.
Se Carlo III non dovesse essere in grado di lavorare temporaneamente, quanti sono stati nominati consiglieri di Stato potranno esercitare il potere in sua vece, ai sensi del Regency Act del 1937. Oltre a Camilla e al principe William, nella lista figurano altri esponenti chiave della famiglia reale: tra loro dal dicembre 2022 ci sono la principessa Anna e il principe Edoardo, consiglieri di Stato di re Carlo a vita.
In caso di peggioramento dello stato di salute di Carlo III, sarà l’erede William che dovrà “assumere le funzioni ad interim, senza alcuna conseguenza giuridica sul suo status”, ha spiegato Marc Roche, biografo e scrittore reale, a Le Figaro. In caso di incapacità totale, la reggenza sarà votata dal Parlamento e “assicurata dal Principe di Galles, secondo nella lista della successione”.
In caso di morte del re, la linea ereditaria prevede che il figlio maggiore William salga al trono. I figli di William e Kate, George (10), Charlotte (8), Louis (5), seguono in linea di successione. Poi il principe Harry, poi i suoi due figli, Archie e Lilibet.