Roma, 3 feb. (askanews) – La tv di Stato siriana Ortas ha trasmesso le immagini raccolte sui social che mostrerebbero le esplosioni provocate nella notte dagli attacchi aerei americani contro le forze d’elite iraniane e gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria. L’operazione degli Stati Uniti è stata compiuta in segno di rappresaglia per l’attacco con un drone in Giordania che il 28 gennaio ha ucciso tre militari americani.
“Non cerchiamo il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma a coloro che cercano di farci del male: noi risponderemo”, ha spiegato in un tweet il presidente americano Joe Biden.
Gli aerei da guerra statunitensi – secondo la Casa Bianca – hanno colpito un totale di 85 obiettivi in sette diverse località, tre in Iraq e quattro in Siria. Gordon Gray, professore esperto di Golfo Persico e Penisola arabica all’Università George Washington:
“Se il presidente Biden avesse scelto di non agire, credo che ciò avrebbe causato uno scandalo politico. Allo stesso tempo non c’è alcun desiderio, né nell’amministrazione o tra il popolo americano, di vedere ampliarsi la guerra”, ha spiegato l’esperto ad Afp, sottolineando che questo è anche il motivo per cui nessun obiettivo è stato colpito dentro il territorio iraniano.
Almeno 18 combattenti filo-iraniani sono stati uccisi in questi attacchi nella Siria orientale, secondo l’Osdh (Osservatorio siriano per i diritti umani).
Per il ministero della Difesa di Damasco, gli attacchi Usa hanno causato la morte di civili e personale militare, oltre a provocare ingenti danni materiali. Baghdad ha condannato gli attacchi come una “violazione della sovranità irachena”.