Lollobrigida: protesta nostri agricoltori non contro Governo ma Ue – askanews.it

Lollobrigida: protesta nostri agricoltori non contro Governo ma Ue

Nostri agricoltori non vogliono sussidi né reddito cittadinanza
Feb 1, 2024

Roma, 1 feb. (askanews) – Ieri a Fieragricola “c’è stata occasione di confrontarsi con un presidio come facciamo in ogni luogo dove ci sono tanti agricoltori. L’Italia è un po’ diversa dalle altre nazioni. Le associazioni agricole non hanno motivi di manifestare contro il governo, nonostante alcuni giornalisti le incitano a farlo, perché non è il governo che causa quello che abbiamo patito negli ultimi anni e quindi protestano in Europa”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulle misure di sostegno al comparto agricolo rispetto agli attuali fattori di crisi, anche in rapporto alle proteste degli agricoltori che da settimane vanno in scena anche in Italia.

Il ministro ha poi ripercorso gli ultimi anni di decisioni dell’Unione Europea “avallate però dai governi italiani fino adesso. E’ successo – ha detto – che la politica agricola comune è diventata all’inizio un modo per indurre a non coltivare ben pagati. Poi però i pagamenti sono diventati sempre di meno, fino a non garantire più il reddito, a fronte di costi di produzione che si sono elevati. Nel 2021-2022: costi di produzione +22%, +15% aumento del valore. Significa che il 7% ricade sull’anello debole, sui nostri agricoltori”.

Poi c’è stata la clava “della sostenibilità ambientale, perché coltivare meno significa mantenere l’ambiente più pulito. No – ha detto Lollobrigida – sono gli agricoltori i primi ambientalisti. Questa è la verità che dobbiamo riportare alla luce. Se tu diminuisci le tue produzioni e resta invariato il consumo di quegli alimenti, vai a comprare quelle merci nei paesi terzi dove non difendono i diritti dei lavoratori, dell’ambiente e il mondo non ha confini per l’acqua e l’aria”.

“I nostri agricoltori, e questo ha dato fastidio a tanti, sono uomini e donne libere – ha concluso il ministro – che vivono di lavoro e terra, vogliono fare quello e devono essere messi in condizione di farlo. Non chiedono né sussidi né reddito di cittadinanza e noi siamo con loro”.