Roma, 31 gen. (askanews) – Il Jerusalem Post ha anticipato oggi quello che definisce “un piano segreto israeliano” messo a punto da “un gruppo di uomini d’affari”, molti legati al premier Benjamin Netanyahu, per il dopoguerra nella Striscia di Gaza. Si tratta di un piano in più fasi, che prevede inizialmente la creazione di un governo militare a Gaza, mirando a lungo termine alla creazione di un Stato palestinese e alla normalizzazione con l’Arabia Saudita.
“La prima fase prevede la creazione di un governo militare israeliano a Gaza per supervisionare gli aiuti umanitari e assumersi la responsabilità della popolazione civile durante un ‘periodo di transizione’ – riporta il Jp – allo stesso tempo, la seconda fase vedrà la formazione di una coalizione araba internazionale, comprendente Arabia Saudita, Egitto, Marocco, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e altri. Questa coalizione dovrà far parte di un più ampio accordo di normalizzazione regionale, sostenendo la creazione della ‘nuova Autorità Palestinese'”.
Stando al piano, Israele porrà fine all’amministrazione militare e cederà il governo di Gaza a funzionari che non saranno “né affiliati ad Hamas né direttamente associati alla guardia del presidente dell’Autorità Palestinese” Abu Mazen. Tuttavia “Israele manterrà il diritto di condurre operazioni di sicurezza a Gaza, come in Cisgiordania, ogni volta che ci saranno esigenze operative per contrastare il terrorismo o infrastrutture terroristiche”, secondo il Jp.
“La fase successiva, subordinata alla stabilizzazione di Gaza e al successo della nuova entità (‘la nuova Autorità Palestinese’), comporterà ampie riforme in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr) per quanto riguarda la funzionalità dell’Autorità Palestinese, i contenuti educativi e la gestione del terrorismo – prosegue il quotidiano – se questa fase dovesse procedere senza problemi entro un periodo dai due ai quattro anni, Israele riconoscerà uno Stato palestinese delineato all’interno dei territori dell’Autorità Palestinese e prenderà in considerazione il trasferimento di ulteriori terre che non richiedono insediamenti”.
Il quotidiano sottolinea che “sebbene Netanyahu non sia direttamente coinvolto” nella definizione del piano, “delegando al suo fidato consigliere Ron Dermer”, il premier “porta avanti e decide su queste idee, rimanendo però capace di negare il coinvolgimento diretto e attribuendolo a ‘uomini d’affari'”.
Secondo quanto anticipato ieri dal sito Axios, Dermer è atteso oggi a Washington per incontrare il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e altri alti funzionari dell’amministrazione Biden, per discutere della guerra a Gaza e dei piani che Israele intende implementare dopo la fine delle ostilità.