Roma, 31 gen. (askanews) – Querela sì, querela no. La questione è tornata oggi in aula alla Pisana, dove è in corso la seduta del Consiglio regionale del Lazio. Si tratta della vicenda che ha visto protagonisti ad inizio gennaio il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e la consigliera regionale del Lazio per il Pd Emanuela Droghei. Riavvolgendo il nastro ecco i fatti. A poche ore dalla cerimonia in ricordo delle vittime di Acca Larenzia, Droghei aveva rivolto a Rocca l’accusa di esser stato presente ai saluti romani. Accusa immediatamente respinta al mittente da Rocca che aveva annunciato querela, annuncio di querela maldigerito dal Pd. Questa mattina il capogruppo del Pd alla Pisana Mario Ciarla è tornato sul tema auspicando l’utilizzo da parte del Presidente della Regione, di toni diversi. E Rocca si è detto d’accordo con questa linea.
“Sono d’accordo con lei Ciarla, diamoci un metodo – ha detto – ma diamoci un metodo su tutta una serie di cose. Il metodo è sui toni e sui contenuti. Noi abbiamo avuto una campagna elettorale molto tesa e con toni vivaci come è giusto che sia e a volte si dicono parole fuori posto ed è accaduto con la consigliera del Pd Battisti che disse cose spiacevoli nell’enfasi e poi però mi scrisse un bel messaggio. C’è un limite – ha aggiunto Rocca – io non posso sentirmi definire corrotto o sodale con organizzazioni criminali o sentirmi dire che ho dato copertura istituzionale a manifestazioni neofasciste e accettare di prendere sulle mie spalle le accuse di un reato e stare zitto.
Se riceverò le scuse per quella affaremazione improvvida, imprudente e volgare allora ovvio che io non procederò con la querela” ha spiegato il governatore. “Accolgo volentieri questa sollecitazione a trovare un metodo comune di lavoro che ci possa sottoporre reciprocamente alle critiche più severe ma basate su una diversa sensibilità di cui ciascuno di noi – ha aggiunto Rocca estendendo il discorso anche ai lavori in Aula e precisando che tutto deve essere accompagnato dal “buongusto istituzionale”.
“Quando è stato detto “il regalo a Barbareschi” – è l’esempio fatto da Rocca e riferito a polemiche che hanno investito i lavori legati al Bilancio – “su queste frasi probabilmente mi devo ancora scudare” ha sottolineato ponendo l’accento sull’importanza del rispetto delle sensibilità individuali. “Dire che si dà copertura istituzionale a manifestazioni neofasciste non è una frase che può cadere nel vuoto in un momento in cui si fa molta confusione” ha detto tornando sulla vicenda Acca Larenzia, citando l’assessore capitolino Manuel Gotor con lui a quella cerimonia.
“Se noi ogni volta dobbiamo sentire la lezione su alcuni aspetti – ha detto poi riferendosi in generale alle attività della Regione – è ovvio che mi viene difficile recepirla da chi ha avuto la responsabilità di amministrare questo territorio per dieci anni. Lavoriamo in modo costruttivo per affrontare i problemi che conosciamo senza demagogia basandoci su fatti ed elementi concreti e su quello sono sicuro che questo Consiglio sarà il più sereno del mondo nel rispetto delle sensibilità e delle diversità di ciascuno”.