Eccellenze italiane: Said compie cento anni e si prepara al futuro – askanews.it

Eccellenze italiane: Said compie cento anni e si prepara al futuro

La “fabbrica del cioccolato” si espande all’estero
Gen 30, 2024
Roma, 30 gen. – Quando nel 1923 Aldo De Mauro ebbe l’idea di cavalcare l’inizio secolo con puro spirito imprenditoriale – sfidando ristrettezze economiche, regimi montanti e gettando il seme di un’idea duratura – fondando la “Società Azionaria Industria Dolciumi” forse non poteva immaginare che, cento anni dopo, suo nipote Fabrizio fosse ancora a capo dell’azienda da lui fondata, oggi più rigogliosa, internazionale e competitiva che mai.

Una fabbrica nel cuore di Roma, quartiere San Lorenzo, che mantiene le caratteristiche e lo stile di un grande laboratorio dello scorso secolo e dove ancora oggi si possono osservare, negli ampi spazi, i macchinari di un tempo i quali, più che creare un effetto museale, contribuiscono alla vita del luogo attirando curiosità che genera, nei visitatori e nei clienti, infinite domande sui segreti produttivi del cioccolato. Questa commistione tra antico e nuovo fa sì che, entrando in SAID, appaia ancor più chiaro uno dei motti che si leggono sul sito dell’azienda: Innovazione con radici, un mantra del nostro tempo.

Fare cioccolato non è uno scherzo da ragazzi. Farlo a livello artigianale, ma con numeri da industria, è ancor più complesso. In tre generazioni Said ha sempre mantenuta dritta la barra della qualità anche addentrandosi in produzioni diverse, dai confetti alle caramelle, al torrone ai dolciumi più disparati ma, infine, scegliendo di concentrarsi sul principale “core business” di questa azienda che, ancor più che estimatori, conta fans devoti. La produzione non si è fermata durante i bombardamenti del ’43, è sopravvissuta al boom economico e ad una costante e agguerrita concorrenza forse meno attenta di Said verso i principi qualitativi che, nella “fabbrica del cioccolato”, si tramandano rigorosamente di generazione in generazione, come nelle migliori famiglie.

Per questa ragione, probabilmente, Fabrizio De Mauro ha deciso alcuni anni fa di esportare la filosofia del cioccolato “Made in Italy” SAID anche all’estero e, dopo un felice passaggio a Londra, dove fare concorrenza alla cioccolata inglese sa di sfida (Londra è nuovamente nei progetti di De Mauro dopo la recente cessione dei due negozi già attivi) SAID ha puntato sulle emergenti regioni arabe, aprendo store a Dubai, Doha e Ryhad e nella nuova entrata Kuwait dove, nella primavera del 2024, verrà aperto un nuovo negozio. Paesi caldi dove il brand SAID si sta allargando con rapidità grazie ad un passaparola irrefrenabile.

De Mauro, nelle città del Medioriente, ha riportato il modello già attivo a Roma replicando eleganti bistrot in cui – cioccolato e accoglienza- diventano esperienze multisensoriali sorprendenti; il design di ciascun retail è seguito personalmente proprio da Fabrizio de Mauro, come d’altronde anche il restauro dell’antica fabbrica di San Lorenzo, avvenuto all’inizio del 2000.

Dunque, l’audacia che contraddistinse le origini – sino a creare cioccolatini iconici famosi e ricercati ovunque – è oggi il marchio di fabbrica del business guidato da Fabrizio De Mauro con la sua famiglia il quale ha voluto creare una base in quei paesi dove il “Made in Italy” è particolarmente apprezzato.

Dopo cento anni SAID rimane una filosofia, un viaggio nelle emozioni suscitate dal cioccolato, antico elisir che dona benessere alla mente e al corpo. De Mauro, CEO di Said, così racconta il futuro di Said allo scadere dei primi cento anni dell’azienda fondata da suo nonno: “La nostra azienda poggia su un tesoro unico che è la vera prospettiva futura di Said: i valori che ci tramandiamo e che mi piace racchiudere in una definizione: Artigiani del Cioccolato, indipendenti ed esperti in ospitalità”. L’esclusività distributiva – prosegue De Mauro – è per noi un altro plus; ad oggi, a parte le forniture riservate al Gruppo Rinascente, i nostri prodotti si possono reperire esclusivamente nei negozi monomarca Said oppure nel reparto e-commerce del nostro sito. Fabrizio De Mauro prosegue, rivelando un altro segreto di questa formula che sembra magica: “Il nostro modello di retail prevede l’abbinamento del cioccolato all’hospitality, un’idea che vanta molte imitazioni ormai – a garanzia del fatto che è una strada giusta – ma rimane un unicum di Said, sia in termini di design che di oculato sfruttamento dell’esperienza centenaria”.

Altra peculiarità di Said è avere la sede storica sempre nel luogo in cui fu fondata e di essere portata avanti dalla medesima famiglia sin dall’inizio. La sfida dei prossimi cento anni conta su queste premesse per affrontare i cambiamenti e restare sul mercato senza mai snaturare le caratteristiche che hanno fatto di Said un brand sia “cult” che pop.

“La nostra rete di negozi in franchising riceve le materie prime esclusivamente dalla fabbrica centrale di San Lorenzo a Roma dove è attiva anche la somministrazione del prodotto artigianale e che funge inoltre da Show Room – dice il CEO De Mauro –. Le stesse forniture vanno, in esclusiva, oltre che al Gruppo Rinascente, ad alcuni alberghi 5 stelle lusso di Roma. La composizione del giro d’affari è cosi segmentata: per il 40% somministrazione diretta al pubblico; 40% forniture a terzi; 20% vendita diretta al pubblico. Il flusso d’incasso delle royalties provenienti dal franchising confluisce nella Dalmati Holding s.r.l. che fa sempre capo alla famiglia De Mauro. Il giro d’affari al consumo retail dei negozi in franchising sfiorerà a breve i 10 milioni di euro recando inoltre royalties alla casa madre per circa il 6% sul venduto e ai quali vanno consolidati sia gli introiti del punto vendita storico che le forniture a terzi. Con il raggiungimento di sette punti vendita all’estero nel 2024 e con la prosecuzione dell’attività nazionale, Said – conclude De Mauro – intende porre le basi di una operatività ad alto margine che permetterà ulteriori investimenti e un veloce sviluppo, sia in Italia che all’estero. Sta per nascere la Said 2.0 – conclude il CEO – e sono più che fiducioso per i nostri prossimi cento anni di vita”.