Roma, 26 gen. (askanews) – La rimozione delle barre di combustibile fuse dall’impianto nucleare di Fukushima Daiichi – teatro del più grave incidente atomico della storia dopo Chernobyl – sarà posticipata fino a circa ottobre. L’ha comunicato la Tokyo Electric Power Co. (Tepco), poiché i ritardi nel completamento di un braccio robotico per l’attività hanno spinto a passare ad altri piani. Lo riferisce il Nikkei.
L’inizio della rimozione dei detriti di combustibile era stato programmato per la prima volta entro un decennio dalla fusione del reattore del 2011, ma lo sviluppo e i test del braccio robotico nel Regno unito sono stati ritardati a causa del Covid-19. Un ulteriore posticipo era stato deciso alla seconda metà dell’anno fiscale 2023.
I ritardi sono dovuti a problemi con i depositi vicino all’ingresso del reattore, nonché “alla necessità di migliorare la sicurezza e l’operatività del braccio robotico”, ha detto giovedì in una conferenza stampa Akira Ono, funzionario della TEPCO incaricato delle operazioni di smantellamento.
I detriti radioattivi sono costituiti da carburante e altri materiali che si sono sciolti, quindi raffreddati e solidificati, dopo che l’impianto è rimasto senza energia elettrica e quindi senza impianti di raffreddamento dei reattori per il devastante tsunami del marzo 2011. Si stima che circa 880 tonnellate di materiali radioattivi si trovino nei reattori da 1 a 3.
Gli esperti considerano la raccolta dei detriti la sfida principale nello smantellamento. Tepco prevede di iniziare con l’unità 2 ed espandersi gradualmente a partire dalla metà degli anni 2020 circa.
Prima che il combustibile fuso possa essere rimosso dall’unità 2, è necessario rimuovere l’attrezzatura fusa e altri detriti. TEPCO ha iniziato questo lavoro a gennaio utilizzando acqua a bassa pressione e altri strumenti, ma non ha un’idea chiara di quando finirà.
Parallelamente al braccio robotico, Tepco ha anche sviluppato un dispositivo simile a una canna da pesca da inserire in spazi più ristretti. Tenterà di utilizzare questo dispositivo per estrarre il carburante fuso intorno a ottobre.
Per quanto riguarda il braccio robotico, si prevede che occorreranno circa 90 giorni per garantire un percorso verso i detriti.
La lentezza dei progressi mette a rischio l’obiettivo di smantellamento definitivo della centrale tra il 2041 e il 2051.
Ulteriori ritardi nello smantellamento potrebbero anche aumentare i costi, che sono già saliti a 23.400 miliardi di yen (146 miliardi di euro), compreso il risarcimento delle vittime.