Dolore cronico, il dispositivo che lo combatte 50 volte al secondo – askanews.it

Dolore cronico, il dispositivo che lo combatte 50 volte al secondo

Effettuati in Italia i primi impianti di Inceptiv Closed-Loop
Gen 25, 2024
Milano, 25 gen. (askanews) – Buone notizie per chi soffre di dolore cronico, con la tecnologia Closed Loop, un innovativo neurostimolatore capace di combatterlo in maniera automatica e personalizzata. Sviluppato da Medtronic, l’Inceptiv Closed-Loop è capace di controllare 50 volte al secondo i segnali del dolore di ogni singola persona. La novità del dispositivo è l’algoritmo a “circuito chiuso” che rileva come il corpo risponde alla stimolazione elettrica misurando l’attivazione dei neuroni all’interno del midollo spinale. I pazienti possono così beneficiare, in tempo reale, di una terapia modulata sui loro movimenti e che interrompe i segnali di dolore tra il midollo spinale e il cervello, grazie a impulsi elettrici ben calibrati.

Tra i primi impianti in Italia quelli effettuati presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta da Pasquale De Negri, direttore dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione: “Lo stimolatore midollare viene a essere utilizzato per il dolore neuropatico, che può essere conseguenza di un intervento chirurgico a carico della colonna – spiega – può anche può comparire per problemi neuropatici come per esempio la neuropatia diabetica, per le sindromi regionali complesse a carico degli arti”.

Tra le caratteristiche del dispositivo, la lunga durata delle batterie. “Uno dei principali problemi delle batterie, degli stimatori midollari è quella della sostituzione, cioè della durata – aggiunge De Negri – In questo caso noi abbiamo una batteria che al momento è una delle più performanti: ha una durata prevista di circa 15 anni e oltretutto è totalmente compatibile con la risonanza magnetica, quindi il paziente non dovrà avere altri pensieri se non godere della corretta terapia”. “La tecnica di impianto dello stimolatore midollare – prosegue – è una tecnica di neuromodulazione, cioè noi non andiamo a fare nulla di irreparabile ma andiamo a modulare gli impulsi nervosi, a migliorare la sintomatologia dolorosa ed è un intervento con ritorno, nel senso che se non dovesse andare bene la soluzione del problema noi non facciamo altro che togliere lo stimolatore e il paziente com’era prima ritorna ora, quindi non è nulla di irreparabile, non è nulla di irreversibile e ovviamente comporta un tipo di intervento molto più leggero, una degenza brevissima una soluzione del problema nettamente superiore”.

Laura De Martini, responsabile dell’Unità di terapia del dolore degli Istituti clinici Maugeri di Pavia. “Sono tanti pazienti che soffrono di dolore cronico e dipende da tantissime cause: le cause più frequenti sono causati tipo degenerativo: le articolazioni la colonna vanno incontro a processi degenerativi e questo può creare un dolore che è cronico perché nasce da un qualcosa che poi va avanti nel tempo”. “La corrente elettrica possiamo considerarla – questo è stato scritto da qualche collega – un po’ come un farmaco. Quindi – prosegue De Martini – abbiamo bisogno di una dose ideale, giusta, per far sì che l’effetto sia ottimale. I sistemi attuali regolano la dose in modo un pochino empirico. Col sistema Close loop paziente non avrebbe più bisogno di regolare lui l’intensità ma viene regolata automaticamente andando a valutare la risposta del sistema nervoso agli stimoli che arrivano, alle onde che il neurostimolatore eroga”. “I primi studi – conclude – hanno dimostrato innanzitutto che con questo metodo si riesce a controllare molto bene la quantità di corrente erogata: il paziente va molto meno frequentemente incontro a questi episodi di sovrastimolazione. Inoltre si è visto, questa è la cosa che ha un po’ sorpreso, che è migliorata l’efficacia”.