Malaria, vaccinazione di massa in Camerun: passo importante nella lotta alla malattia – askanews.it

Malaria, vaccinazione di massa in Camerun: passo importante nella lotta alla malattia

  Ad askanews il parere del professor Aldo Morrone, esperto di malattie infettive
Gen 22, 2024
Roma, 22 gen. (askanews) – Duecentoquarantasette milioni di casi e seicentodiciannovemila decessi a livello globale; sono i numeri legati alla malaria, registrati nel 2021 e quasi tutti in Africa. Contro questa piaga, arriva ora la prima vaccinazione di massa – a partire dal Camerun – per immunizzare contro la malattia soprattutto bambini e donne in gravidanza, i più colpiti.

Askanews ne ha parlato con Aldo Morrone, già direttore scientifico dell’Istituto Dermatologico San Gallicano di Roma e direttore scientifico di IISMAS (Istituto Internazionale Scienze Mediche Antropologiche e Sociali), uno dei maggiori esperti italiani di malattie infettive.

“Questa campagna di vaccinazione di massa è la dimostrazione dell’interesse, da parte dei Paesi del nord del mondo, a cercare di contrastare e definitivamente eliminare la malaria. È la prima volta che si parte con una vaccinazione di massa, con un vaccino nuovo. Prima avevamo già un vaccino che era stato sperimentato in tre Paesi dell’Africa (Ghana, Kenya e Malawi, ndr) e aveva dato buoni risultati. Devo dire che questo secondo vaccino dovrebbe dare una sicurezza e un’efficacia maggiore che arriva fino al 75% dei bambini che si sottoporranno alla vaccinazione. Questo è sicuramente un grande risultato, ancora non siamo arrivati ovviamente a una percentuale più elevata ma, soprattutto sull’efficacia e sulla sicurezza, siamo a un’incidenza molto elevata, molto buona”.

“I dati che sono emersi sono molto interessanti – ha continuato Morrone – intanto perché sono sufficienti tre dosi, a partire dal quinto mese di età e si va fino a 24/36 mesi e, devo dire, già dopo la terza dose c’è una efficacia del 66% e si mantiene anche dopo un’eventuale quarta dose. Questo è molto significativo e riduce notevolmente l’incidenza della malaria, la malattia e, purtroppo, quella che è e la cosa più drammatica è l’alta mortalità”.

“È importante sottolineare che tutte le guerre, soprattutto in Africa e in altri Paesi aumentano la diffusione della malaria perché creano le condizioni ambientali ed ecologiche per la riproduzione dell’anofele (la zanzara portatrice della malaria, ndr) e, soprattutto, delle forme di anofele più pericolose e questo determina un aumento della diffusione della malaria, con ulteriore aumento dei casi soggetti colpiti e i soggetti purtroppo deceduti a causa della malaria”.

“Finalmente i Paesi occidentali, devo dire, hanno capito che la tutela della salute delle persone che vivono nelle aree malariche diventa un elemento importante se vogliamo far sì che queste persone contribuiscano allo sviluppo economico del loro Paese e questo faciliota i rapporti tra i diversi Paesi del mondo. Devo dire che, al di là della solidarietà, c’è un interesse economico e un interesse scientifico a contrastare la diffusione della malaria, devo dire che, purtroppo, la malaria durante il Covid ha avuto un netto peggioramento. Quelle che erano state le conquiste ottenute prima dell’arrivo del Covid-19 si sono perse perché questi Paesi sono stati costretti a supportare, soprattutto, la lotta al Covid-19 e, quindi, i centri antimalarici, la distribuzione dei farmaci, la distribuzione delle reti delle zanzariere, purtroppo si è persa e questo ha aumentato il numero dei casi di malaria e soprattutto il numero dei casi di donne uccise dalla malaria durante la gravidanza perché questo protozoo ha una particolare predisposizione per le donne in gravidanza e le donne gravidanza colpite dalla malaria che non muoiono, comunque soffrono di una situazione talmente grave che poi il feto che portano in grembo nascerà sicuramente con delle alterazioni molto pesanti e molto gravi”.