Bruxelles, 22 gen. (askanews) – L’Italia, l’Austria e la Francia, con il sostegno di di Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania, Slovacchia e Ungheria, hanno presentato il 18 gennaio un documento comune contro l’autorizzazione in Europa della carne coltivata in laboratorio, affinché sia discusso durante il Consiglio Agricoltura di domani, a Bruxelles.
Negli ultimi anni, si legge nel documento, “alcune nuove pratiche di produzione alimentare basate su cellule artificiali coltivate in laboratorio sono emerse in tutto il mondo. Tuttavia, queste pratiche rappresentano una minaccia agli approcci primari basati sull’agricoltura e ai metodi di produzione alimentare genuina che sono al centro del modello agricolo europeo”.
“Lo sviluppo di questa nuova produzione alimentare coltivata in laboratorio – rileva il documento – solleva molte domande che devono essere discusse approfonditamente tra gli Stati membri, la Commissione, le parti interessate e il pubblico in generale”.
“Queste domande sono essenziali per la società futura che vogliamo costruire in Europa e dovrebbero pertanto far parte di un rinnovato e ampio dibattito nell’Ue, specifico sulla carne coltivata in laboratorio”.
Dopo aver indicato più nel dettaglio quali sono le questioni aperte (etiche, enconomiche, sociali, relative alla sostenibilità, alla trasparenza, alla salute pubblica e agli aspetti giuridici) a cui va data una risposta, i firmatari del documento chiedono “un approccio più ampio alla produzione di carne basata su cellule, al fine di tenere conto di queste domande e dei risultati delle discussioni che si terranno con gli Stati membri e la società civile europea, prima di prendere qualsiasi decisione sull’autorizzazione l’immissione in commercio”.
“Ricordiamo che finora l’Ue non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione su prodotti di origine animale basati su tecniche di coltivazione cellulare. Pertanto, è necessario un approccio trasparente, scientifico e globale per valutare lo sviluppo della produzione di carne basata su cellule artificiali, che a nostro avviso non costituisce un’alternativa sostenibile alla produzione primaria basata sugli allevamenti”, conclude il documento.