Roma, 21 gen. (askanews) – “Non è stato il giocatore a essere attaccato. È stato l’uomo. È stato il padre di famiglia. Non è la prima volta che mi succede. E non sono la prima persona a cui è successo”. Lo ha scritto su X Mike Maignan, il portiere del Milan, che ieri ha reagito agli insulti razzisti ricevuti da alcuni tifosi alla Dacia Arena abbandonando il campo durante la sfida tra l’Udinese e i rossoneri. “Ci sono stati comunicati stampa, campagne pubblicitarie, protocolli e nulla è cambiato”, ha aggiunto il francese, “Oggi è tutto un sistema che deve assumersi le proprie responsabilità: – Gli autori, perché è facile agire in gruppo, nell’anonimato di una tribuna. – Gli spettatori che erano in tribuna, che hanno visto tutto, hanno sentito tutto ma hanno scelto di tacere. Voi siete complici. – La società Udinese, che ha parlato soltanto di interruzione della partita, come se non fosse successo nulla. Voi siete complici. – Le autorità e la procura, con tutto quello che sta succedendo, se non fate nulla, ANCHE VOI SARETE COMPLICI (scritto proprio a lettere maiuscole)”.
“Ve l’ho già detto e se necessario lo ripeterò ancora: non sono una VITTIMA”, ha sottolineato Maignan, “E voglio dire grazie alla mia società Milan, ai miei compagni di squadra, all’arbitro, ai giocatori dell’Udinese e a tutti quelli che mi hanno mandato messaggi, che mi hanno chiamato, che mi hanno sostenuto privatamente e pubblicamente. Non posso rispondere a tutti, ma vi vedo e siamo INSIEME”.
“È una battaglia difficile, che richiederà tempo e coraggio. Ma è una battaglia che vinceremo”, ha assicurato il portiere del Milan.