Milano, 17 gen. (askanews) – Piwi Italia, nata con lo scopo di promuovere vitigni resistenti alle malattie fungine e produrre vini sempre meno impattanti, diventa ufficialmente un’associazione. Dopo la firma dello statuto durante l’evento nazionale Vini Piwi all’Hotel Carlton on the Gran Canal di Venezia, il 12 gennaio scorso l’atto costitutivo dell’associazione è stato registrato all’Agenzia delle Entrate. Lo ha reso noto la stessa associazione, spiegando che la sede sarà presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (Trento) e la prima assemblea si terrà in primavera.
Il neo presidente è Marco Stefanini, responsabile dell’Unità di genetica e miglioramento genetico della vite del Centro di Ricerca e innovazione della Fondazione Mach, mentre il vicepresidente è Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca in viticoltura ed enologia di Conegliano (Treviso). “Le due nomine rappresentano il trait d’union tra due tra i più importanti istituti di ricerca presenti nel nostro Paese e questo binomio rafforza la mission di Piwi Italia in quanto la ricerca per il miglioramento genetico, inserendo i geni della resistenza nelle varietà di vite da vino, apre nuovi e importanti scenari per la viticoltura italiana” ha sottolineato l’assocazione in una nota, aggiungendo che “i soci fondatori sono i presidenti delle associazioni Piwi regionali oggi esistenti: Daniele Piccinin dell’Azienda agricola Le Carline di Pramaggiore (Venezia) per il Veneto, Thomas Niedermayr della tenuta Hof Gandberg di Appiano sulla Strada del Vino per l’Alto Adige (Bolzano), Antonio Gottardi della Cantina La-Vis e Valle di Cembra per il Trentino, Stefano Gri della Cantina Trezero di Valvasone (Pordenone) per il Friuli Venezia Giulia, Alessandro Sala di Nove Lune di Cenate Sopra (Bergamo) per la Lombardia e PierGuido Ceste dell’omonima azienda di Govone (Cuneo) per il Piemonte.
Le viti Piwi (“pilzwiderstandsfähig” in tedesco) sono incroci naturali tra vinifere europee e altre vitis di origini americane e/o asiatiche portatrici dei geni della resistenza e quindi “sono piante in grado di difendersi da sole dalle principali malattie della vite”.