Bruxelles, 16 gen. (askanews) – L’Europa deve “cambiare marcia”, imparare a contare su sé stessa, sulla propria sovranità e autosufficienza, sostenendo lo sviluppo a livello di scala industriale delle proprie innovazioni, sviluppando un unico grande mercato dei capitali per finanziare la propria industria, accessibile a tutti i giovani imprenditori ovunque nel Continente, e facendo tutto il necessario per evitare le delocalizzazioni della produzione industriale. C’è bisogno di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal, anche per vincere la lotta al cambiamento climatico, ma con una politica industriale che, come fanno Cina e Stati Uniti, usi anche le carote delle sovvenzioni oltre al bastone degli obiettivi da raggiungere a tappe forzate.
E’ quanto ha affermato oggi, in sintesi, il primo ministro del Belgio Alexander De Croo, davanti alla plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo, durante il suo discorso come presidente di turno del Consiglio Ue per il semestre che è appena iniziato.
“Il 2024 – ha rilevato De Croo – sarà un anno cruciale. La posta in gioco è molto alta, per l’Europa e per l’Occidente: le nostre democrazie e le nostre libertà saranno messe alla prova, non solo dalle elezioni europee, ma anche da quelle della presidenza americana e del Congresso”. Naturalmente in quest’utimo caso il rischio, a cui ha fatto implicito riferimento, è che sia eletto Donald Trump.
“Se il 2024 ci porterà nuovamente lo slogan ‘America first’, per noi” lo slogan “sarà più che mai ‘l’Europa che conta su sé stessa’. Ma – ha osservato il premier belga – non dobbiamo temere questa prospettiva; dovremmo invece abbracciarla, ponendo l’Europa su basi più solide, in modo da essere più forti, più sovrani, più autosufficienti. Un’Europa che consegue risultati e fa la differenza nella vita delle persone, proteggendole, rafforzando l’economia, preparando il nostro futuro comune”.
“Mantenere la nostra economia europea forte e vitale – ha continuato – è una delle sfide più grandi che ci attendono. L’Europa non può diventare un museo economico. Se vogliamo rimanere un continente innovativo, creativo, ricco di capitali e produttivo, dovremo cambiare marcia”.
“Gli Stati Uniti d’America – ha ricordato De Croo, con un riferimento all’Ira, ‘Inflation Reduction Act’ – hanno dato alla loro industria un enorme stimolo attraverso la politica di bilancio, un bazooka di sussidi da 1.200 miliardi di dollari che preoccupa anche i più grandi Stati membri dell’Ue. D’altro canto, vediamo che la Cina sta rafforzando la sua presa sul mercato mondiale”.
“L’unico modo per non rimanere schiacciati” da questa doppia pressione, ha sottolineato il presidente di turno del Consiglio Ue, “è far rivivere lo spirito del grande Jacques Delors: aprire alla concorrenza europea i mercati del futuro: energia, digitale, intelligenza artificiale, difesa e mercati dei capitali”.
“Il problema – ha spiegato – è che l’Europa è forte nell’innovazione, ma poi è debole nello sviluppo su scala di queste innovazioni. I nostri giovani imprenditori oggi lottano per portare le loro idee sul mercato, fanno fatica a trovare capitale di rischio e ‘venture capital’ per far crescere la propria attività e conquistare nuovi mercati”.
I nostri imprenditori, ha aggiunto, “dobbiamo aiutarli a passare dall”inventato in Europa’, allo ‘sviluppato in Europa’, fino ad arrivare al ‘made in Europe’. Ma per fare questo, abbiamo bisogno di qualcosa di più che una manciata di capitali in poche città europee: abbiamo bisogno – ha indicato – che l’intera Europa, ogni angolo del nostro continente, si trasformi in un unico grande mercato dei capitali, accessibile a tutti i giovani imprenditori da Stoccolma a Napoli, da Dublino a Sofia”.
“Per questo motivo – ha ricordato -, la presidenza belga” di turno del Consiglio Ue “ha chiesto all’ex primo ministro italiano Enrico Letta di presentare un rapporto per dare un nuovo slancio al mercato unico europeo. E dobbiamo compiere un passaggio simile anche per quanto riguarda la nostra industria, per mantenere forti gli investimenti e per mantenere qui in Europa la produzione industriale”.
“Abbiamo bisogno – ha sottolineato De Croo – di un nuovo ‘Industrial Deal’ accanto al Green Deal. Questo non è solo vitale per la nostra prosperità, ma anche fondamentale per vincere la lotta al cambiamento climatico”.
“Le politiche climatiche di Cina e Stati Uniti – ha osservato ancora il presidente di turno del Consiglio Ue – danno molte carote alla loro industria, mentre noi, qui in Europa, troppo spesso usiamo il bastone, non limitandoci solo a fissare gli obiettivi climatici, ma definendo anche il modo in cui quegli obiettivi devono essere raggiunti, e lasciando troppo poco spazio alle nostre aziende, troppo poco spazio all’innovazione e alla creatività”.
E invece, “per prevalere nella lotta contro il cambiamento climatico abbiamo bisogno di un’Europa focalizzata, che si concentri sulla riduzione delle emissioni di gas serra”, ma anche “che sostenga le aziende che sviluppano e utilizzano queste tecnologie pulite, che diventi più neutrale tecnologicamente nelle sue politiche; e non dimentichiamolo: un’Europa che crei il sostegno sociale necessario per queste politiche climatiche, rendendo gli investimenti verdi accessibili a tutti, non solo a pochi fortunati”, ha concluso De Croo.