Milano, 16 gen. (askanews) – Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, giudica positivamente l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici pubblicato il 2 gennaio dal Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
Con questo piano il Mase prova a rispondere all’esigenza di produrre un documento di pianificazione di breve e lungo periodo per il problema dei cambiamenti climatici mediante misure volte al rafforzamento delle capacità di adattamento a livello nazionale e territoriale, si legge in un comunicato dell’associazione, che sul punto si dice pronta a dare “il proprio contributo ingegneristico”.
“Si tratta – dice Giorgio Lupoi, presidente dell’Associazione – di un lavoro assolutamente meritorio e apprezzabile anche per quanto riguarda l’istituzione di un Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici affiancato da un Forum permanente che dovrà fungere da organo consultivo per l’Osservatorio stesso. Noi siamo assolutamente disposti a partecipare al Forum, per gli aspetti ingegneristici, che diventerà il centro decisionale sull’adattamento al cambiamento climatico italiano e aggiornerà periodicamente il Pnacc. Siamo dell’avviso che le professionalità ingegneristiche debbano essere sempre al centro di ogni momento programmatico e pianificatorio e quindi siamo pronti a mettere a disposizione il nostro know-how”.
Per Francesco Ventura,consigliere Oice con delega all’Ambiente e recentemente relatore su uno dei side event del recente COP 28 a Dubai, “siamo in presenza di un grande passo avanti, necessario per raccogliere una delle sfide più importanti da affrontare nel futuro, sempre più prossimo, al livello globale e anche in Italia. Il Piano è inattaccabile dal punto di vista scientifico ma non è subito operativo e facilmente applicabile in quanto servono copertura finanziaria e governance. Sulle 361 azioni da mettere in campo per circa 3/4 i costi non sono indicati o non sono disponibili. Il Pnacc, essendo un decreto ministeriale e non un Dl approvato dal Parlamento, non ha la forza normativa per essere un tema centrale nello sviluppo del Paese. Visto che il Piano non ha specifiche risorse finanziarie bisogna valutare se e come gli investimenti del Pnrr o di altri strumenti possono contribuire alla realizzazione del Piano stesso”.