Milano, 16 gen. (askanews) – Quasi il 30% (27,2%) del fatturato delle produzioni tipiche locali italiane, pari a 8,5 miliardi di euro, viene generato direttamente dalla distribuzione moderna attraverso i marchi del distributore. E’ quanto emerge dal rapporto “Marca del distributore e made in Italy: il ruolo della distribuzione moderna”, realizzato da The European House Ambrosetti per l’Associazione distribuzione moderna, e presentato al convegno inaugurale di Marca by BolognaFiere 2024.
Per i prodotti italiani, evidenzia il rapporto, i marchi del distributore valgono all’estero quattro miliardi di euro, l’8% del totale delle esportazioni internazionali food & beverage di prodotti made In Italy.
“La relazione tra i produttori locali di marchi del distributore e distribuzione moderna – ha commentato Mauro Lusetti, presidente Adm – è fondamentale per lo sviluppo del made in Italy non solo nel mercato interno, ma anche oltre confine: la distribuzione moderna rappresenta un supporto concreto per il processo di internazionalizzazione delle aziende produttrici locali italiane che possono, attraverso i marchi del distributore, far conoscere anche all’estero prodotti e tipicità che rappresentano la cultura e la storia dei territori da cui provengono”.
Andando a indagare a livello regionale il contributo della marca del distributore, il rapporto evidenzia che oltre il 42% del fatturato complessivo delle imprese di produzione tipiche locali abruzzesi è stato generato dalla collaborazione con la distribuzione moderna attraverso i marchi del distributore. Si scende al 40% per i prodotti del Friuli-Venezia Giulia e al 36,9% per quelli campani. Secondo il report i produttori locali Piemontesi hanno realizzato (dati 2022) il 27,1% del fatturato complessivo grazie alla mdd. Percentuali analoghe si registrano in Umbria (26,8%) e nelle Marche (26,1%). Emilia-Romagna, Veneto e Lazio rientrano tra le prime 10 regioni a beneficiare della collaborazione con la GDO rispettivamente con il 25%, il 24,5% e il 23,8% delle vendite di prodotti locali. Seguono via via Toscana (11esima, 23,3% del fatturato), Liguria (12esima, 23,2%) e Sicilia (13esima, 22,7%). Al di sotto del 20% si collocano il Trentino A.A (19,3%), la Lombardia (19%), le Basilicata (13,3%) e la Puglia (12,1%). Chiudono la classifica Molise (9,8%), Calabria e Sardegna (entrambe al 4,8%).
“Per comprendere l’impatto fondamentale della distribuzione moderna e nello specifico della marca del distributore – ha spiegato Valerio De Molli, managing partner e Ceo The European House Ambrosetti – basti considerare che la mdd coinvolge indirettamente circa 50 sotto-comparti economici e oltre 1.500 imprese del settore agricolo e food (il 92% italiane e il 78% piccole e medie) che producono alimenti commercializzati con la marca dell’insegna della distribuzione moderna. Gli effetti dell’inflazione e della riduzione dei volumi di vendita colpiscono perciò direttamente il patrimonio di imprese locali italiane che rappresentano la spina dorsale dell’economia del Paese”.