Milano, 11 gen. (askanews) – Gli investimenti in venture capital in Italia nel 2023 hanno superato il miliardo di euro (1,048 miliardi di euro) per il terzo anno consecutivo, ma si tratta di un pesante dimezzamento (-49,6%) rispetto ai 2,08 miliardi del 2022, con 263 deal rispetto ai 326 dell’anno precedente. È quanto emerge dall’Ernst&Young Venture capital barometer, lo studio annuale di EY sugli investimenti di venture capital nelle startup e scaleup italiane.
La diminuzione degli investimenti si allinea con le tendenze osservate a livello europeo e mondiale. In Italia, nello specifico, l’andamento del 2023 indica una fase di consolidamento anche se si è interrotto il trend di crescita degli scorsi anni e, soprattutto, non si è continuato a colmare il gap rispetto alle altre grandi economie europee e mondiali.
Nell’ambito europeo, il Regno Unito si distingue come la nazione con il più elevato livello di investimenti pro-capite, pari a 227 euro. Segue la Francia con 108 e la Germania con 75. L’ultimo posto è occupato da Spagna e Italia, con 28 e 17 rispettivamente. Rispetto all’anno precedente, si nota una tendenza generale alla riduzione degli investimenti pro-capite in tutte le nazioni. In questa particolare classifica, Spagna e Italia emergono con un decremento rispettivamente del 54% e 50%.
Dal punto di vista settoriale, i primi cinque settori verticali insieme costituiscono circa il 71% degli investimenti totali nel 2023. In testa il software & digital services, che ha registrato 26 transazioni per un totale di 226 milioni di euro, in forte crescita rispetto all’anno precedente e principalmente attribuibili agli investimenti in Bending Spoons e Alps Blockchain. Il secondo posto è occupato dal technology & IoT, trainato dall’operazione di D-Orbit con un investimento di 100 milioni di euro, mentre health & life science si posiziona al terzo posto. Chiudono al quarto e quinto posto, energy&recycling e il fintech.
A livello geografico la Lombardia si conferma il terreno più fertile per le startup italiane, sia per numero di operazioni (111) che per capitali raccolti dalle proprie imprese (62,1% della raccolta totale). In generale, rispetto all’anno precedente, si osserva un trend di riduzione sia del numero di deal che del loro controvalore in tutta l’Italia. Tuttavia, è nel Nord Italia che si verifica la contrazione più significativa (790 milioni rispetto ai 1.838 milioni dell’anno precedente). Nel Centro e nel Sud Italia, il valore di raccolta totale rimane stabile (258 milioni di euro rispetto ai 242 milioni di euro del 2022) tuttavia evidenziando nuovamente un ammontare complessivo molto esiguo.
“Continuiamo a osservare in Italia una limitata propensione alla crescita economica, principalmente legata a bassi investimenti privati, specie in ricerca e sviluppo – commenta Marco Daviddi, managing partner strategy and transactions di EY in Italia – Le previsioni EY per il 2024 indicano che tali investimenti supereranno di poco l’1% del pil, contro una media europea di circa il 2,4%. Questo sta comportando grandi difficoltà per il nostro tessuto produttivo nell’adottare tecnologie e trasformazioni necessarie a garantire competitività, produttività, crescita dei salari e valorizzazione delle competenze”.