Milano, 10 gen. (askanews) – “Come consumatrice, avere la possibilità di portare a casa gli avanzi è un atto di buon senso e di rispetto verso il cibo. Adottare un meccanismo che consenta la più ampia diffusione della ‘doggy bag’ negli esercizi pubblici, purché pensato in modo da non gravare sulle spalle dei ristoratori, è positivo, tuttavia insufficiente se pensato da solo. Lo spreco a tavola si combatte prima ancora di mettere le gambe sotto a un tavolo in un’osteria, in una pizzeria o in un ristorante. Lo si combatte attraverso l’educazione alimentare, comprendendo il valore del cibo, il modo in cui viene prodotto, confezionato, venduto e distribuito e scegliendo di conseguenza. Un impegno, quindi, che riguarda tutta la filiera, e che è possibile solo attuando interventi decisi a livello politico e gestionale”. Lo ha dichiarato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini commentando il disegno di legge presentato dalla Lega per promuovere l’uso delle “doggy bag”, cioé la possibilità per i clienti di portare a casa il cibo che hanno avanzato al ristorante.
Un compito, quello di educare all’alimentazione, che secondo Slow Food tocca direttamente anche i ristoratori: “Valorizzando le filiere di approvvigionamento locali – ha precisato Nappini – promuovendo un consumo consapevole delle risorse, privilegiando ingredienti di stagione e preparazioni che esaltino la fantasia e l’estro in cucina nell’utilizzare anche ciò che comunemente è considerato scarto: dal quinto quarto alla carota non perfetta”.
“Slow Food si batte da anni contro lo spreco alimentare” sottolinea l’associazione, parlando di “una vera e propria piaga sociale, economica e ambientale che, a livello globale, si traduce in un terzo del cibo prodotto che viene gettato via, in un contesto che vede un miliardo di persone soffrire la fame”.