Kerma, 3 gen. (askanews) – Continua a salire il bilancio delle vittime della duplice esplosione vicino al mausoleo del massimo comandante iraniano Qassem Soleimani a Kerman, in Iran. Secondo il direttore del pronto soccorso cittadino, citato dall’agenzia Irna, ci sono almeno 103 morti e 141 feriti.
Le deflagrazioni hanno avuto luogo a distanza di pochi minuti l’una dall’altra lungo la strada percorsa dai pellegrini diretti al mausoleo di Soleimani, vicino alla moschea Saheb al-Zaman, di Kerman, nel sud dell’Iran.
Il governatore locale ha parlato di attacco terroristico, mentre il capo del dipartimento per le Emergenze mediche di Kerman ha detto che le due esplosioni sarebbero state provocate da due cariche esplosive collocate in punti diversi del percorso verso il luogo della sepoltura.
Qassem Soleimani è stato ucciso nel gennaio 2020, all’età di 62 anni, durante un attacco di droni americani in Iraq. Figura chiave del regime iraniano, è stato anche uno dei personaggi pubblici più popolari del Paese. Era considerato l’architetto delle operazioni militari iraniane in Medio Oriente.
Dopo aver prestato servizio nella guerra Iran-Iraq del 1980-1988, Soleimani salì rapidamente di grado, diventando infine capo della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie, responsabile delle operazioni esterne della Repubblica Islamica. Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, dichiarò tre giorni di lutto nazionale al momento della sua morte.