Milano, 31 dic. (askanews) – Il 2023 è stato un anno di soddisfazioni per il Teatro Stabile di Torino: ai riconoscimenti artistici sono corrisposte ottime prestazioni sul fronte della produttività, della partecipazione del pubblico e dei ricavi. La progressione – spiegano dal teatro – è ancor più significativa considerando che non solo si conferma il trend positivo registrato nel 2022, ma riporta dati che in molti casi superano quelli del 2019, registrando risultati mai raggiunti nella sua storia per alzate di sipario, recite prodotte e coprodotte, ricavi delle vendite e delle prestazioni, presenze complessive e incassi al botteghino, premi della critica.
Inoltre, nel 2023 lo Stabile ha impresso una forte accelerazione verso la transizione ecologica e la sostenibilità energetica, grazie all’esecuzione di ingenti lavori impiantistici finanziati attraverso il PNRR che hanno portato all’installazione di pannelli fotovoltaici al Teatro Carignano, al Teatro Gobetti e alle Fonderie Limone, integrati a nuove unità UTA e a pompe di calore di ultima generazione, che garantiranno una sensibile riduzione dell’impronta di carbonio e dei consumi energetici, come testimonia il recente ottenimento della certificazione UNI ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi.
“Ho assunto questo nuovo incarico al termine di un anno che si chiude con ottimi risultati – ha dichiarato il presidente Alessandro Bianchi – ed è naturale, quindi, che il primo grazie sia rivolto a chi mi ha preceduto. Lo Stabile di Torino oggi è uno dei motori principali della vita culturale della Città e della Regione e tra gli obiettivi del mio mandato vi è l’ampliamento della rete di collaborazioni con le altre istituzioni, il consolidamento della vocazione multidisciplinare, l’intensificazione del dialogo con i portatori di interesse, a partire dal pubblico. Parallelamente, i traguardi raggiunti nel 2023 non possono che spingerci a far emergere ancora di più le peculiarità culturali e l’identità artistica dello Stabile, enfatizzando le molteplici funzioni che oggi delineano il codice genetico del nostro Teatro: dal palcoscenico alla formazione, dall’archivio storico all’impatto sociale”.