Roma, 27 dic. (askanews) – Paola Cortellesi è l’italiana dell’anno di Famiglia Cristiana per il 2023. All’attrice e regista, cui sono dedicate la cover e un’ampia intervista del settimanale in edicola da domani, il riconoscimento è stato assegnato in quanto “è senza dubbio un bell’esempio, un modello positivo che incoraggia”.
È un “bagliore di speranza” nel buio di questo periodo. Lo spiegano, in un appassionato primo piano, il direttore e il condirettore di Famiglia Cristiana, Stefano Stimamiglio e Luciano Regolo. Paola Cortellesi ha diretto e interpretato “C’è ancora domani”, pellicola in cui ha esordito come regista ottenendo un grande successo di pubblico e di critica.
“L’abbiamo scelta come Italiana dell’anno 2023 – argomentano Stimamiglio e Regolo – innanzitutto per il coraggio con cui si è messa in gioco nel suo debutto alla regia sia sul piano artistico girando in bianco e nero in un delicato omaggio al neorealismo sia su quello dell’impegno in prima persona in una questione molto importante come quella dei diritti e del rispetto negati alle donne”.
Si tratta di un argomento – insistono il direttore e il condirettore di Famiglia Cristiana – “su cui l’orrenda sequela di femminicidi che ha segnato gli ultimi dodici mesi ha fatto comprendere come e quanto sia necessario un cambiamento radicale, proprio alla partire dall’educazione e dalla cultura”. E proprio in questa direzione – incalzano Stimamiglio e Regolo – “va la sua opera prima C’è ancora domani, che ha saputo coinvolgere un pubblico vasto ed eterogeneo su un tema tanto delicato con il rigore professionale di sempre, senza perdere la sua naturale vocazione all’ironia. Il suo, poi, è il film più visto dell’anno con oltre quattro milioni di spettatori, segnando così la rinascita del cinema italiano dopo il periodo buio della pandemia. Attraverso una vicenda ambientata 75 anni fa, Paola, che ha accolto con gioia la nostra decisione, ha saputo immergerci nel presente, nella realtà delle tante donne che, come la sua Delia, lottano per affermare i loro diritti e fare sentire la loro voce in una società ancora intrisa di maschilismo”.